“E’ molto provato per tutto quello che sta accadendo attorno a lui”. 

Le parole si riferiscono al diciottenne romano agli arresti domiciliari per induzione o aiuto al suicidio nell’ambito delle indagini sulla morte a Perugia dello studente universitario Andrea Prospero e sono state pronunciate dal legale del giovane, l’avvocato Alessandro Ricci.

Venerdì mattina il 18enne comparirà davanti al gip del capoluogo umbro per l’interrogatorio di garanzia. Non è chiaro se deciderà di rispondere alle domande del giudice o avvalersi della facoltà di non rispondere. Vanno avanti intanto le indagini della polizia per fare piena luce sulla vicenda. In particolare sul contenuto di sim e telefoni di Prospero. 

C’è anche un terzo utente ora in via di identificazione da parte della polizia postale, la cui posizione potrebbe essere vagliata nell’ipotesi di omissione di soccorso. E allo stesso modo, gli inquirenti sono al lavoro per identificare i contatti che l’analisi del computer, dei cinque cellulari e delle 46 sim card rinvenuti in possesso di Prospero, avrebbe fatto emergere. 

Le operazioni tecniche si sarebbero concluse. Le indagini entrano ora nella seconda fase, quella che punta a ricostruire l’utilizzo di così tanti cellulari e delle molteplici schede, nell’ipotesi che il giovane potesse essere connesso a qualche attività virtuale poco chiara. Nell’indagine è stato indagato anche un altro 18enne campano che avrebbe fornito illecitamente i farmaci oppiacei ad Andrea Prospero.

Tg2 servizio di Maria Grazia Sarrocco sulla morte di Andrea Prospero (Tg2)

19/03/2025

La trappola della rete

Il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, illustrando i tasselli dell’indagine che ha portato all’arresto del 18enne romano ha dichiarato: “Più che istigato, il giovane ai domiciliari, avrebbe aiutato il povero Prospero al suicidio”

“Questa storia è l’esempio di come si possa incorrere nella trappola virtuale”, ha rimarcato la Polizia Postale. “Senza il reperimento degli apparati tecnologici di Prospero non sarebbe stato possibile risalire ai fatti. Ci troviamo di fronte a una vicenda che si muove nella realtà virtuale che purtroppo ha portato i suoi effetti nella realtà”. 

Il procuratore aggiunto di Perugia, Giuseppe Petrazzini Ha aggiunto: “La realtà virtuale coinvolge le persone anche senza che queste si siano mai incontrate, con un pericolo per la sicurezza pubblica e per sicurezza personale. Devo fare un plauso alla polizia Postale che dall’analisi degli apparati informatici, ha permesso l’arrivo ai risultati di oggi”.

Andrea Prospero venne trovato morto in un b&b del centro storico di Perugia, dopo 4 giorni dai ricerche. Ucciso, verrà accertato dal medico legale, da una dose massiccia di ossicodone e ansiolitici. Morto, secondo quanto emerso dalle indagini, praticamente in diretta con l’indagato, che, secondo l’accusa, lo avrebbe incoraggiato a togliersi la vita, aiutando a fargli superare le ultime titubanze.

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