Il servizio di Pasquale Notargiacomo

Il dolore e la speranza. Si dicono soddisfatti, Tiziana e Stefano, la mamma e il papà di Valeria Fioravanti. Ci sarà un processo per la morte della 27enne. Il gup del tribunale di Roma ha rinviato a giudizio per omicidio colposo tre medici che visitarono la ragazza. Un dottore del Policlinico Casilino e due del San Giovanni. Valeria morì per una meningite batterica il 10 gennaio 2023, dopo essere stata invano quattro volte in ospedale in meno di 20 giorni. Le furono diagnosticate prima una cefalea e poi una lombosciatalgia. Secondo il capo d’imputazione i medici sono stati superficiali nel trattare la paziente.

I fatti

Il calvario della ragazza inizia a Natale del 2022, quando Valeria si reca in ospedale per la rimozione di un ascesso. Il 29 dicembre va in un’altra struttura perché continua a stare male e le diagnosticano una cefalea. Da lì l’accesso in altri ospedali fino al decesso. Il 4 gennaio un’altra visita al pronto soccorso per dolori in tutto il corpo: sottoposta a tac, sospetta lombosciatalgia.

Poi la situazione precipita, il 6 gennaio il ritorno al pronto soccorso del San Giovanni e da lì la conferma di una meningite acuta in corso. Dopo il trasferimento in un’altra struttura della capitale, mentre era già in coma, Valeria Fioravanti è morta il 10 gennaio 2023. Aveva una bimba di 13 mesi. La famiglia da allora chiede giustizia.

L’udienza è stata fissata per il 16 settembre 2025

Oggi il giudice ha mandato a processo tre medici, uno del Policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni accusati di omicidio colposo: in particolare la procura contesta, a vario titolo, di aver sottovalutato il quadro clinico e di non aver effettuato una valutazione neurologica approfondita. L’udienza è stata fissata per il 16 settembre 2025 davanti al giudice monocratico. ”Siamo soddisfatti, Valeria ci manca come l’aria, siamo fiduciosi per il corso della legge, i magistrati stanno lavorando con molta cura senza tralasciare niente – hanno commentato i genitori della 27enne – È evidente l’errore che è stato fatto dai medici, Valeria non è stata messa sotto osservazione. Non hanno provato a curarla, le hanno dato un antidolorifico, non ci sono parole…una ragazza che va al pronto soccorso per quattro volte, sempre in condizioni peggiori, ogni volta le hanno cambiato cura, in 15 giorni sono riusciti a ucciderla”.

Poco più di un mese fa, il 9 maggio, ancora la rabbia dei genitori di Valeria per un ulteriore rinvio dovuto a una questione legata alla costituzione delle parti civili. Si doveva aspettare ancora e siamo arrivati al 27 maggio e alla fine il GUP ha deciso di mandare a processo, per la morte della figlia, i tre medici.

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