Ipotesi “guscio vuoto” 
Nessun documento, nessuna scheda su pazienti e nessun atto sulle attività svolte. Il centro medico di Roma, nella zona di viale Cesare Pavese, dove Margaret Spada, la ragazza di 22 anni originaria del Siracusano, si era recata per effettuare un intervento di rinoplastica parziale poi risultato fatale, si presentava come una sorta di “guscio vuoto” agli inquirenti che si sono recati per acquisire documenti. Una situazione che potrebbe portare ad un approfondimento investigativo, oltre a quello legato alla morte della giovane, e che rischia di aggravare la posizione dei due medici, padre e figlio titolari del centro, accusati di omicidio colposo.

Per i due, quindi, potrebbero scattare altre accuse, anche profili amministrativi, relativi alla struttura dove è avvenuto il fatto e alle procedure utilizzate per effettuare l’intervento. Nel quesito redatto nell’ambito dell’esame autoptico, che verrà effettuato venerdì al Policlinico di Tor Vergata, il titolare del fascicolo chiede di appurare, oltre alle cause del decesso, anche se i sanitari hanno seguito procedure e le linee guida o in alternativa le “buone pratiche” per quel tipo di intervento e, soprattutto, se la struttura era munita delle attrezzature idonee in caso di emergenze e fosse in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge.

La collaboratrice del medico: “Intervento mai iniziato”

“State dando colpa a chirurghi che non c’entrano assolutamente niente con tutta questa storia, ci state facendo saltare una marea di interventi in clinica. Non è assolutamente lui il medico che l’ha operata!” Esordisce così a ‘Storie Italiane’ su Rai1 una collaboratrice dell’ambulatorio dove Margaret Spada si è recata per effettuare la rinoplastica. 

Dopo l’intervento la giovane è stata ricoverata d’emergenza in ospedale, dove purtroppo è deceduta tre giorni dopo. “Che ne sappiamo noi signora mia di chi l’ha operata”, prosegue la donna al telefono, “Il dottore opera soltanto in clinica, ed è abbastanza alterato perché abbiamo ricevuto più di 200 chiamate stamattina per disdette, annullamenti, accertamenti. Non c’entra assolutamente niente con questa situazione”.

Relativamente all’ambulatorio in cui si è recata Margaret, e dove il medico si appoggia, precisa: “Non è sotto sequestro, ci sono dei lavori in corso. Soprattutto non capisco perché state dando colpa ad un chirurgo giovane: lui opera solo in clinica, in quel posto si fanno solo piccoli interventi. Noi questa ragazza non la conosciamo e, tramite mie conoscenze al Sant’Eugenio, ho saputo che aveva altre patologie. L’intervento non è nemmeno iniziato, quindi è successo qualcosa durante l’anestesia”. La trasmissione ha raccolto anche un’altra testimonianza esclusiva di una paziente del centro medico: “Io sono stata operata nell’ambulatorio in questione e ho subito un intervento decisamente importante”.

Una testimonianza che sembra contraddire quanto finora ricostruito dagli investigatori.

La verità è che comunque Margaret non c’è più, a soli 22 anni. Accompagnata dal fidanzato, aveva affrontato un viaggio di centinaia di chilometri per farsi operare proprio da quel chirurgo plastico che su TikTok le prometteva il rimodellamento del naso con un intervento “mini invasivo” e senza cicatrici. Sui motivi del decesso, un fascicolo in procura, che cerca di dipanare i perchè di una morte assurda.

Il lungo viaggio dalla Sicilia con il fidanzato
Margaret Agata Spada, di Lentini, comune del Siracusano, era partita con il fidanzato lo scorso 4 novembre per raggiungere lo studio del medico a Roma e sottoporsi a una rinoplastica. Ma qualcosa va storto. 

Il video girato dal fidanzato mentre sta male
Dopo l’anestesia locale la ragazza inizia a stare male. I medici avvertono il fidanzato che entra nella camera operatoria e con il cellulare riesce a filmare quei drammatici istanti. La situazione precipita rapidamente e la ventiduenne viene trasportata in ambulanza in gravissime condizioni al vicino ospedale Sant’Eugenio dove muore dopo tre giorni di agonia.

Fascicolo per omicidio colposo
Sul decesso della giovane ora la Procura vuole vederci chiaro e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Due medici sono finiti nel registro degli indagati. Si tratta dei titolari della struttura, sequestrata dai carabinieri del Nas. 

Carabinieri del NAS (carabinieri)

Secondo il Nas non c’era una cartella clinica
All’interno del centro medico – secondo quanto filtrato dalle indagini in corso – non sarebbe stata trovata la cartella clinica della ragazza né la registrazione dell’intervento, costato circa 2800 euro, e neanche il consenso informato. L’ambulatorio era inoltre privo di insegna. Gli investigatori hanno raccolto anche tutta la documentazione che riguarda il successivo ricovero ospedaliero di Margaret, arrivata al Sant’Eugenio in condizioni disperate.

Operazione d'urgenza in ospedale

Operazione d’urgenza in ospedale (Foto repertorio Getty)

Agli atti dell’indagine c’è, inoltre, il video di pochi secondi girato con il cellulare dal fidanzato della ragazza e che immortala gli istanti in cui i medici hanno tentato di rianimarla.  

Gli indagati rischiano nuove accuse 

Rischia di aggravarsi la posizione dei due medici accusati di omicidio colposo per la morte di Margaret Spada. Per i due potrebbero scattare altre accuse, anche profili amministrativi, relativi alla struttura dove è avvenuto il fatto e alle procedure utilizzate per effettuare l’intervento. Nel quesito redatto nell’ambito dell’esame autoptico, che verrà effettuato domani al Policlinico di Tor Vergata, il titolare del fascicolo chiede di appurare, oltra alle cause della morte, anche se i sanitari hanno seguito procedure e le linee guida o in alternativa le “buone pratiche” per quel tipo di intervento e, soprattutto, se la struttura era munita delle attrezzature idonee in caso di emergenze. Risposte che arriveranno dagli accertamenti dei carabinieri del Nas. 

Intervento di chirurgia estetica – immagine di repertorio (pixabay)

La ricostruzione: quell’inserzione sui social, poi il viaggio
A quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati da Erminio Amelio, la ragazza, che aveva individuato quel centro medico da una inserzione sui social, era arrivata nella capitale la mattina dell’intervento. Dopo una rapida colazione con il fidanzato, ha raggiunto in tarda mattinata l’ambulatorio all’Eur, nel quadrante sud della città. Ha atteso un po’ prima di entrare nella stanza operatoria. Lì, non appena fatta l’anestesia, ha iniziato a stare male tanto che i medici hanno avvisato il fidanzato che si trovava nella sala d’attesa.

Sarà ora l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni al policlinico di Tor Vergata, a chiarire con esattezza le cause della morte di Margaret. 

ambulanze al Policlinico di Tor Vergata, Roma ( ansa/giuseppe lami)

L’esame autoptico potrà stabilire se la ventiduenne possa aver avuto una reazione allergica all’anestesia o se, ad esempio, sia stata letale qualche altra sostanza somministrata.

Il dolore dei familiari: “Era il suo sogno”
Intanto la famiglia, sconvolta, chiede verità. “Era il suo sogno – dicono – e purtroppo non lo ha realizzato. Era un piccolo intervento in anestesia, aspettiamo di capire meglio cosa è successo”. I genitori e la sorella di Margaret, circondati dall’affetto di tante persone, aspettano di conoscere le cause della morte.  “Sapevano dove la figlia si era recata per fare l’intervento e Margaret si era affidata a un chirurgo italiano – spiega l’avvocato Alessandro Vinci – non ha seguito mode o tendenze. Quella struttura doveva dare garanzie ma toccherà all’indagine accertarlo”. Per il legale “la cosa assurda è che comunque si trattava di un intervento di routine e che una ragazza di 22 anni torna a casa dentro una bara, è inaccettabile”.

Intervento di chirurgia estetica – immagine di repertorio (pixabay)

Sgomento anche nella piccola cittadina in provincia di Siracusa dove la famiglia di Margaret è molto conosciuta. Le istituzioni locali hanno espresso vicinanza alla mamma Loredana e al papà Giuseppe, un ex consigliere comunale. Tantissimi i messaggi di cordoglio sui social. “Eri così bella e tanto dolce è inaccettabile una cosa del genere” scrive un conoscente. Mentre un’amica di famiglia sottolinea: “E’ una morte ingiusta, non ci sono parole”. 

Tra le centinaia di messaggi c’è anche il ricordo di una ex insegnante: “Sei una stella tra le tante che vegli da lassù, sperando di dare la forza ai tuoi genitori di affrontare questo immenso dolore”. 
 

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