E’ fissato per domani in tarda mattinata il conferimento al medico legale dell’incarico per l’autopsia disposta così da chiarire le cause della morte di Claudio Citro, 42enne deceduto all’alba del 15 settembre all’ospedale di Reggio Emilia, dopo un controllo della polizia a Massenzatico, dove era andato in escandescenza ed era stato utilizzato il taser.

Sono tre gli indagati dalla Procura reggiana: si tratta di iscrizioni come atto di garanzia, per consentire di partecipare agli accertamenti necessari per chiarire l’accaduto. Due poliziotti sono difesi dall’avvocato Giovanni Tarquini, il fascicolo è per omicidio colposo.

Citro, originario di Salerno e residente a Reggio Emilia, era stato fermato in via Beethoven, in un forno alle porte di Reggio Emilia ed è morto in ospedale, nonostante i tentativi di rianimazione dei paramedici del 118, all’ospedale Santa Maria Nuova. Il 42enne aveva diversi precedenti e in passato è stato coinvolto in una vicenda di estorsione e usura.

Mio figlio è andato in escandescenze, lui non aveva nessun problema, era una persona normalissima, aveva un’attività. Va bene, ha avuto problemi con la giustizia ma io so solo una cosa, che lui chiedeva aiuto. Ho un grande dolore dentro di me. Io credo nella giustizia, nello Stato, se c’è qualcuno che ha sbagliato paga, però non si può braccare un ragazzo così“, ha detto a ‘Mattino Cinque‘ la madre. “Mio figlio – ha aggiunto la donna – non aveva un’arma in mano, non stava ammazzando nessuno, stava solo chiedendo aiuto. È vero, chiunque si sarebbe spaventato, è giusto che loro facciano il loro dovere, ma chiedo un po’ di sensibilità“. 

Erano stati fin da subito compatti i sindacati di polizia e carabinieri nel dare solidarietà all’agente e nel difendere l’uso della pistola elettrica. Nessuna comunicazione ufficiale è stata fatta dalla Procura di Reggio Emilia sul caso.

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