É morto a Cosenza Franco Piperno, esponente storico della sinistra extraparlamentare e tra i fondatori di Potere operaio. Malato da tempo, era originario di Catanzaro ed aveva 82 anni. Era ricoverato in una struttura sanitaria della città. Piperno aveva insegnato all’Università della Calabria ed era stato anche assessore comunale a Cosenza all’epoca in cui era sindaco Giacomo Mancini, ex segretario nazionale del Psi. Il nome di Piperno è legato ad alcune tra le vicende più note che hanno visto al centro la sinistra extraparlamentare. É stato anche autore di numerosi saggi politici.
È stato un attivista e saggista italiano, noto per la sua militanza politica negli anni ’60 e ’70. Fu uno dei fondatori e ideologi del gruppo Potere Operaio, legato al marxismo operaista, insieme a figure come Toni Negri e Massimo Cacciari. Fondò anche Radio Ciroma negli anni ’80. Ricercatore alla Sapienza di Roma, divenne docente all’Università della Calabria e lavorò anche al Politecnico di Milano e all’Università dell’Aquila. A causa di problemi giudiziari, si trasferì all’estero, insegnando a Parigi, Montreal ed Edmonton. Tornato in Italia, riprese servizio all’UNICAL. Coinvolto nel processo 7 aprile, una serie di processi penali contro membri e presunti simpatizzanti di Autonomia Operaia tra il 1979 e il 1988, in riferimento a fatti degli anni di piombo, fu condannato a due anni per associazione sovversiva, pena poi prescritta.
Morto Franco Piperno, immagine d’archivio del 1972 (Ansa)
Gli anni di piombo
Studiò al liceo Galluppi e si laureò in Fisica all’Università di Pisa. Già liceale, si iscrisse al Partito Comunista Italiano, ma ne fu espulso nel 1967. Partecipò attivamente al movimento del Sessantotto romano e alle lotte alla FIAT nel 1969. Fondò il gruppo politico Potere Operaio, diventandone segretario nazionale e leader insieme a Toni Negri e Oreste Scalzone. Potere Operaio derivava da Quaderni Rossi e Classe operaia, riviste legate all’operaismo italiano.
Il rogo di Primavalle
Nel 1973, un gruppo di Potere Operaio fu responsabile di un attentato conosciuto come il Rogo di Primavalle. Nel 2005, Franco Piperno, ex dirigente di Potere Operaio, fu coinvolto nell’episodio insieme a Lanfranco Pace e Valerio Morucci. In un’intervista a la Repubblica online, Piperno dichiarò di essere venuto a conoscenza dei fatti solo un mese dopo, insieme agli altri dirigenti del gruppo.
Morto Franco Piperno, fu tra fondatori di Potere operaio (Ansa)
Il sequestro di Aldo Moro
Nel 1978, durante il sequestro di Aldo Moro, Franco Piperno e Lanfranco Pace tentarono una delicata mediazione politica e umana attraverso il socialista Claudio Signorile. Speravano di ottenere la disponibilità al dialogo dal leader democristiano Amintore Fanfani per salvare la vita di Moro e evitare la criminalizzazione della lotta politica. Dopo il sequestro, Piperno coniò l’espressione “geometrica potenza” per descrivere la capacità militare dimostrata dai brigatisti rossi nell’agguato di via Fani. Piperno parlò di “coniugare la terribile bellezza del 12 marzo 1977 a Roma (corteo di massa armato) con la geometrica potenza mostrata in via Fani”.
Durante il periodo in cui animava la rivista Metropoli, Franco Piperno fu coinvolto in polemiche per la pubblicazione di un fumetto sul rapimento di Moro. Dopo lo scioglimento di Potere Operaio, molti membri, tra cui Valerio Morucci, entrarono nelle Brigate Rosse. Piperno sostenne davanti alla Commissione Moro che quegli anni furono una piccola guerra civile tra valore d’uso e valore di scambio. Accusato nel processo 7 aprile del 1979 di fiancheggiare il partito armato, si rifugiò in Francia grazie alla dottrina Mitterrand, che impediva l’estradizione per atti politici violenti, e poi in Canada. Tornato in Italia, fu scarcerato e rientrò in Francia, tornando definitivamente in Italia quando la sua pena di due anni fu prescritta.
Franco Piperno in una immagine che lo ritrae nel municipio di Cosenza (Ansa)
Dopo il rientro in Italia
Franco Piperno è stato uno dei fondatori della radio comunitaria Radio Ciroma di Cosenza. Ha scritto molti articoli e pochi libri, tra cui “Elogio dello spirito pubblico meridionale” pubblicato da Manifestolibri negli anni ’90. Era un osservatore critico dei movimenti di resistenza alla globalizzazione. Professore associato di Fisica della materia all’Università della Calabria, ha pubblicato un libro sull’osservazione del cielo per Deriveapprodi e “68” per Rizzoli, riguardante il movimento del Sessantotto. È stato assessore alla cultura di Cosenza durante l’amministrazione di Giacomo Mancini ed Eva Catizone. Nel 2006, durante l’elezione del presidente della Repubblica, ha ricevuto alcuni voti.