Capri, 1° settembre 2023: il corpo senza vita di Luca Canfora, 51 anni, costumista di talento e collaboratore di lunga data del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, viene ritrovato da un canoista tra gli scogli sotto i Giardini di Augusto. È una giornata che segna l’inizio di un enigma che, a distanza di quasi due anni, si arricchisce di nuovi e inquietanti sviluppi. Inizialmente classificata come possibile suicidio o incidente, la morte di Canfora è ora al centro di un’indagine per omicidio volontario.

Luca Canfora, napoletano doc, era un nome rispettato nel mondo del cinema. Aveva lavorato con registi di calibro internazionale come Wes Anderson e Paolo Sorrentino, contribuendo a opere come La grande bellezza e The Young Pope. Durante l’estate del 2023, si trovava a Capri per le riprese di Parthenope, l’ultimo film di Sorrentino. Proprio lì, nei suggestivi scenari dei Giardini di Augusto, era stata girata una scena cruciale del film: il suicidio del fratello della protagonista.

Luca Canfora, costumista di “Parthenope” (Feli627/Wikipedia)

La mattina del ritrovamento, il corpo di Canfora galleggiava nelle acque sotto la scogliera, vicino alla Grotta dell’Arsenale. Le prime ipotesi investigative propendevano per un gesto volontario o un tragico incidente. Tuttavia, la famiglia, guidata dal fratello Giuseppe Canfora, non ha mai accettato queste ricostruzioni. “Luca non si sarebbe mai tolto la vita,” ha dichiarato Giuseppe agli inquirenti lo scorso febbraio, quando è stato ascoltato dalla Squadra Mobile di Napoli. La sua convinzione si basava su un dettaglio cruciale emerso dalla prima autopsia: le fratture rilevate sul corpo, in particolare quelle costali, sembravano di lieve entità rispetto a una caduta da un’altezza di decine di metri, come quella dal costone di via Krupp.

Questa incongruenza ha spinto i familiari, assistiti dall’avvocato Giuseppe Rossodivita e da un team di esperti, tra cui l’ex comandante del RIS Luciano Garofano e il medico legale Maurizio Saliva, a presentare un esposto. La richiesta di ulteriori accertamenti ha portato, a marzo 2025, alla riesumazione del corpo e a una seconda autopsia. I risultati, resi noti di recente, hanno cambiato il corso dell’inchiesta. Viene confermato che le lesioni rilevate non sarebbero compatibili con una caduta accidentale o volontaria, ma suggeriscono l’ipotesi di un’aggressione culminata in un omicidio.

Il sostituto procuratore Silvio Pavia, titolare del fascicolo, ha deciso di prorogare le indagini, mantenendo aperte tutte le piste: omicidio, suicidio e incidente. Tuttavia, l’ipotesi del delitto volontario sembra guadagnare terreno. A rafforzare i sospetti contribuiscono altri elementi: il cellulare, il portafogli e la felpa di Canfora non sono mai stati ritrovati, alimentando l’idea che qualcuno possa aver cercato di eliminare tracce compromettenti.

 Inoltre, le immagini di videosorveglianza mostrano Canfora entrare nei Giardini di Augusto il giorno delle riprese, ma non uscirne mai. Un ulteriore dettaglio emerso di recente è una fotografia che lo ritrae in compagnia di un’altra persona poche ore prima della morte, un elemento che gli inquirenti stanno analizzando con attenzione.

L’avvocato Rossodivita, in una nota diffusa il 24 giugno 2025, ha espresso soddisfazione per l’ampliamento delle indagini, ma ha sottolineato la delicatezza della fase attuale. “Pur accogliendo con favore il riconoscimento dell’ipotesi dell’omicidio, non possiamo ignorare il dolore che essa comporta,” ha dichiarato, annunciando la scelta della famiglia di mantenere il silenzio per non intralciare il lavoro della Procura. La squadra investigativa, coordinata da Pavia e sotto la supervisione del procuratore aggiunto Alessandro Milita e del procuratore Nicola Gratteri, sta conducendo nuovi sopralluoghi e analisi per ricostruire le ultime ore di vita di Canfora.

Il caso, che ha scosso il mondo del cinema e l’opinione pubblica, rimane avvolto nel mistero. Resta da chiarire chi fosse con Luca Canfora quella notte e cosa sia accaduto quella notte.

Il costumista Luca Canfora

Il costumista Luca Canfora (facebook/Luca Canfora)

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