Ci sono altri due indagati nell’inchiesta sul naufragio del veliero Bayesan, colato a picco durante una tempesta davanti alle coste palermitane il 19 agosto. Si tratta dell’ufficiale di macchine Tim Parker Eaton e del marinaio di plancia Matthew Griffiths, 22 anni. Entrambi sono sono stati iscritti nel registro degli indagati dopo il comandante James Cutfield che ieri, davanti ai pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nell’incidente sono morte sette persone, tra le quali il magnate inglese Mike Linch e la figlia.
All’ufficiale, indagato per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, i magistrati contestano di non aver attivato i sistemi di sicurezza deputati a chiudere i portelloni dell’imbarcazione. Una “dimenticanza” che ha fatto allagare la sala macchine provocando un black out e poi l’intero veliero. L’elenco degli indagati potrebbe allungarsi già nelle prossime ore.
Griffiths invece, che era in turno in plancia, avrebbe dovuto segnalare l’arrivo della violenta tempesta che ha investito l’imbarcazione.
Il capitano non risponde ai pm
Ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere James Cutfield, il capitano 51enne del veliero Bayesian, davanti ai pm della Procura di Termini Imerese. L’interrogatorio è iniziato alle ore 15 ed è terminato dopo che i pm hanno letto i capi di imputazione al comandante della barca a vela affondata lunedì scorso, 19 agosto, che al momento non ha alcun obbligo di restare, ma potrebbe rimanere ancora in Italia per parlare con i suoi legali e decidere una strategia difensiva.
Gli interrogatori da un lato, il destino del relitto dall’altro: questi i due fuochi intorno a cui ruota negli ultimi giorni l’attività delle autorità siciliane sul naufragio del veliero Bayesian a Porticello, avvenuto lunedì 19 agosto.
La Procura di Termini Imerese, dopo avere aperto un fascicolo contro ignoti per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, sta concentrando le sue attenzioni in primis sul comandante James Cutfield e sul vicecomandante Tijs Koopman: il primo è stato già iscritto nel registro degli indagati, il secondo al momento risulta solo come persona informata sui fatti ma entrambi sono stati invitati a rimanere in Italia per mettersi a disposizione degli inquirenti.
L’interrogatorio di Cutfield, assistito dagli avvocati Giovanni Rizzuti e Aldo Mordiglia, si è svolto all’Hotel Domina Zagarella di Santa Flavia, dove nei giorni scorsi hanno alloggiato e sono stati ascoltati gli altri superstiti del naufragio.
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Le domande senza risposta
Tante le domande che al momento devono trovare risposta, dalla possibile apertura dei portelloni al lancio tardivo del razzo di segnalazione fino alla decisione di lasciare il Bayesian in rada nonostante il meteo avverso (benché, come riferito dalla Guardia costiera nella conferenza stampa di sabato a Termini Imerese, quella notte non erano previsti avvisi di burrasca).
Un altro nodo da sciogliere riguarda i tempi di recupero del relitto, che non si preannunciano brevi per una serie di motivi organizzativi e burocratici. La preoccupazione maggiore deriva dal serbatoio, che pur essendo rimasto intatto dopo il naufragio contiene circa 18mila litri di carburante: l’eventuale fuoriuscita rappresenterebbe un disastro per il mare di Porticello; dunque, prima del recupero vero e proprio si dovrà procedere con la messa in sicurezza del serbatoio.
Monitoraggio ambientale della Guardia costiera
Sono terminate le operazioni Sar, dopo il naufragio del veliero Bayesian, la Guardia costiera sta conducendo un’attività di monitoraggio ambientale sul luogo dell’affondamento, per scongiurare eventuali fuoriuscite di idrocarburi provenienti dallo scafo.
Le operazioni sono eseguite con l’impiego di mezzi navali della Guardia costiera e con prelievi di campioni effettuati sulla colonna d’acqua in prossimità del relitto dai sommozzatori dei nuclei Subacquei Guardia costiera di Napoli e Messina, con l’ausilio del veicolo subacqueo a controllo remoto Remotely operated vehicle (Rov) e l’impiego di specifiche sonde parametriche per l’analisi ed il monitoraggio qualitativo delle acque, in collaborazione con il personale dell’Arpa Sicilia.
Al momento non si registrano perdite dai serbatoi e non risultano tracce di inquinamento da idrocarburi.
Tra le ipotesi un ritardo nel dare allarme
Ci sarebbe stato un grave ritardo nel dare l’allarme prima dell’affondamento del Bayesian. Su questa ipotesi stanno lavorando i magistrati della procura di Termini Imerese. Al vaglio degli inquirenti c’è ora la posizione del membro dell’equipaggio che quella notte era di turno in plancia e aveva a disposizione le più sofisticate apparecchiature che rilevano allerte meteo e le condizioni della nave.
Il tg1 ha mostrato le immagini dell‘accensione del razzo di segnalazione avvenuta mezz’ora dopo l’affondamento.
La ricostruzione dei soccorsi
Nel pomeriggio di mercoledì 21 agosto sono stati recuperati e identificati i primi quattro corpi: si tratta del banchiere Jonathan Bloomer, della moglie Elizabeth, dell’avvocato Chris Morvillo e della moglie Nada.
Poi giovedì era stato recuperato il corpo di Mike Lynch e venerdì quello della figlia 18enne Hannah.
A bordo della barca, di proprietà della moglie di Lynch, c’erano 22 persone. Era ancorata al largo del porto di Porticello, vicino a Palermo, quando si è capovolta durante una violenta tempesta prima dell’alba lunedì. Il corpo del cuoco dello yacht, Recaldo Thomas, è stato ritrovato poco dopo l’affondamento del veliero, mentre per i sei dispersi ci sono voluti due giorni di ricerche senza sosta. Le speranze di ritrovarli vivi si sono dissipate quando si è avuta la certezza che erano rimasti all’interno dello scafo, inabissatosi a una profondità di 50 metri.
La svolta è arrivata dopo l’apertura di un varco: una volta divelta una vetrata spessa tre centimetri, sul lato opposto a dove si trovano le cabine dello yacht di 56 metri piegato di 90 gradi sul fianco destro, è apparso integro, con il grande albero maestro ancora agganciato.
Il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco era composto oggi da 27 sommozzatori, 11 i sommozzatori speleo mentre 8 sono quelli abilitati Dno (decompressione in nitrox) che utilizzano miscele in fase di decompressione che consentono una permanenza maggiore in immersione alla profondità di 50 metri. Mentre un “robot” della Guardia costiera è capace di operare sul fondale marino fino a 300 metri, con un’autonomia tra le 6 e le 7 ore, registrando video e immagini dettagliate, elementi utili per ricostruire la dinamica dell’incidente ai fini dell’inchiesta.
La cronaca dei fatti e l’inchiesta della procura
In attesa delle operazione di recupero del Bayesian, per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera dalle quali si attendono elementi decisivi, l’attenzione di investigatori e inquirenti si concentra sulle cause del naufragio. Fermo restando l’impatto della tromba d’aria, che ha investito il veliero all’alba di lunedì con vento a 150 km orari, si fa sempre più strada l’ipotesi di una catena di errori alla base del naufragio.
Si va delineando, infatti, la catena di errori umani che avrebbe determinato il disastro marittimo: dalla deriva mobile, parzialmente alzata, che potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, ad alcuni portelloni aperti, che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo favorendo il rapido inabissamento del veliero ai motori spenti e al mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno. La procura di Termini Imerese indaga per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni.
Al vaglio dei pm anche i video e le fotografie scattate la notte della tempesta da alcuni abitanti della zona, ma anche le telecamere di sorveglianza, in particolare di un cantiere nautico, che puntava la telecamera proprio sulla barca e di una villa privata.
L’ex comandante del Bayesian Stephen Edwards prova a ricostruire quanto avvenuto la notte del naufragio
Il portellone sul lato sinistro “al 100% non era aperto”; con un’inclinazione di 45 gradi e i bocchettoni della sala macchine aperti, la barca può avere “seri problemi” e “inizia a imbarcare acqua”; non c’era obbligo di tenere la deriva mobile abbassata; con un cambio repentino delle condizioni meteo, l’equipaggio aveva un “tempo breve per reagire”. Con un intervento su Linkedin, l’ex comandante del Bayesian Stephen Edwards prova a ricostruire quanto avvenuto la notte del naufragio. Davanti alle coste di Porticello, aggiunge l’uomo che ha comandato il veliero dal 2015 al 2020, il Bayesian è andato “oltre i suoi limiti operativi”.