A 10 giorni dalla tragedia del Bayesian, tutto l’equipaggio del veliero affondato la notte del 19 agosto, ha lasciato l’Italia. Nell’hotel di Santa Flavia non c’è più nessuno dei 15 sopravvissuti al naufragio del Bayesian, il veliero con 22 persone a bordo colato a picco davanti a Porticello, nel palermitano.
Gli ultimi quattro membri dell’equipaggio sono partiti martedì sera con un volo privato diretto in Spagna. A bordo c’erano il comandante James Cutfield con la moglie Cristina, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, il nostromo del Myanmar Htun Myint Kyaw e il marinaio spagnolo Leo Eppel. Lo skipper è atterrato a Maiorca dove vive con la moglie.
Martedì pomeriggio con un volo di linea per Nizza ha lasciato la Sicilia anche Matthew Griffiths, il marinaio che era di turno in plancia la notte del naufragio.
Cutfield, Parker Eaton e Griffiths sono i tre indagati dalla procura di Termini Imerese per naufragio e omicidio plurimo colposi. Nei loro confronti non è stata emessa alcuna misura cautelare e possono lasciare l’Italia.
Sempre martedì sono decollati dal Falcone e Borsellino anche il comandante in seconda, l’olandese Tijs Koopmans (che non è indagato) e l’hostess Sasha Murray. Entrambi hanno lasciato la Sicilia per andare a Dubai con scalo a Fiumicino. Sempre due giorni fa le altre due hostess, Lehanne Randall e Katja Chicken, hanno raggiunto Istanbul sempre con scalo a Roma.
L’interrogatorio del Capitano
Due giorni fa l’interrogatorio del comandante. È rimasto in silenzio davanti ai magistrati Cutfield, molto provato, con evidenti problemi di deambulazione – si è presentato all’interrogatorio camminando con delle stampelle – ha scelto di non rispondere. Una decisione anticipata dai suoi legali, l’avvocato Giovanni Rizzuti e il genovese Aldo Mordiglia che non hanno ancora piena conoscenza del quadro accusatorio raccolto dalla Procura.
Tre gli indagati
Il registro degli indagati quindi porta tre nomi. Dopo il comandante James Cutfield, i pm di Termini Imerese indagano per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo altri due componenti dell’equipaggio del veliero Bayesan. Si tratta dell’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e del marinaio inglese Matthew Griffiths, che la notte della bufera era di guardia in plancia.
I due indagati sono difesi da legali differenti, rispetto a Cutfield, segno della scelta di diversificare le posizioni e le linee difensive, e sono stati sentiti dai magistrati come persone informate sui fatti nei giorni scorsi.
Le accuse
Se per gli inquirenti il capitano non avrebbe adottato le misure necessarie a mettere in sicurezza l’imbarcazione e non avrebbe prestato adeguato soccorso ai passeggeri, Eaton non avrebbe attivato i sistemi di chiusura dei portelloni della nave. Una disattenzione che avrebbe fatto entrare acqua nella sala macchine, provocando un black out, esteso poi all’intero veliero, che si è inabissato in 16 minuti, secondo i pm a causa di un downburst. Un fenomeno meteorologico che consiste in forti raffiche di vento discensionali che possono superare i 100 km orari.
Griffiths, il marinaio in plancia, è invece accusato di non aver avvertito in tempo della tempesta in arrivo i passeggeri del Bayesian.
Le vittime
In sette, il magnate inglese Mike Linch, la figlia 18enne, Hannah; il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, l’avvocato Chris Morvillo e la moglie Nada e il cuoco di bordo Ricardo Thomas, hanno perso la vita nel naufragio rimanendo intrappolati nelle loro cabine.
Quindici, invece, i sopravvissuti, riusciti a salvarsi buttandosi in mare per essere poi soccorsi dalla barca olandese Sir Robert Baden Powell.
Sabato le prime due autopsie sulle vittime
Verranno eseguite sabato, dai medici dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo, le prime due autopsie sulle vittime del naufragio. Agli esami parteciperanno i consulenti degli indagati che rispondono di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
Il pericolo inquinamento
Intanto un’imbarcazione antinquinamento sta operando a scopo precauzionale nella zona del naufragio del Bayesian. Il mezzo, dotato di panne galleggiati e messo a disposizione dalla proprietà del veliero su richiesta della Guardia Costiera, è in grado di intervenire immediatamente in caso si rilevasse la presenza di idrocarburi. La nave si va ad aggiungere alle imbarcazioni e ai sub della Guardia Costiera che stanno coordinando le operazioni di monitoraggio ambientale in tutta l’area del naufragio per controllare eventuali sversamenti di carburante dai serbatoi del mega yacht.