La procura di Parma, guidata da Alfonso D’Avino, ha presentato un ricorso al Tribunale del riesame di Bologna, chiedendo il carcere per Chiara Petrolini, la 21enne accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e soppressione di cadavere per i due neonati rinvenuti nel giardino di casa. La 21enne è ai domiciliari dal 20 settembre scorso.

Il fidanzato: “Non si notava nulla, né il seno, né la pancia, né il corpo, niente di niente”. 

Il ragazzo di Chiara Petrolini – la giovane accusata di aver partorito e poi seppellito i due figli nel giardino dell’abitazione dove viveva con i genitori e il fratello – parla a ‘Le Iene’, spiegando che non c’era alcun tipo di segnale che gli potesse far pensare a una gravidanza della ex fidanzata.

Il giovane aggiunge che in Chiara non aveva notato cambi d’umore: “era una maschera”. “Mi sono rivisto tutto quello che ha detto, ho ristudiato tutto e non torna ancora. Non riesco a spiegarmi come sia successo. Non avevamo rapporti protetti, lei diceva che prendeva la pillola, lo diceva a me e lo diceva alle sue amiche. Poi, pian piano, ha cominciato a dire alle sue amiche che non la prendeva più, ma non a me”.

Il giorno in cui è stato ritrovato il primo corpicino, il ragazzo dice che Chiara gli ha mandato un messaggio: ‘Hanno trovato un bambino in casa mia. Siamo scioccati’. Per me era tutto strano, non lo collegavo a lei, non volevo entrare nel merito per non rovinarle la vacanza. Poi mi chiamano i Carabinieri. Veramente brutto, non sai cosa fare perché sei consapevole di non aver fatto nulla”. 

“Tra il primo e il secondo bambino c’è stato un anno di stop, fino a che mi ha chiesto di rivederla, e io ci sono cascato un’altra volta. Però, allo stesso tempo penso che se non ci fossi mai cascato probabilmente non si sarebbe saputo nulla del primo bambino”, continua il ragazzo di Chiara. “Non abbiamo mai, neanche per scherzare, parlato di bambini. Non era nemmeno tra i miei piani ma se fosse successo me lo sarei tenuto”. 

Alla domanda sul perché l’ex fidanzata lo avrebbe fatto, il ragazzo ha risposto: “Per il giudizio degli altri. Ci teneva al giudizio delle altre persone, infatti rigava dritto in tutto, non c’era mai una cosa fuori posto”. 

 

La procura di Parma e i Carabinieri stanno indagando per capire fino in fondo cosa ci sia nel vissuto della studentessa agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario premeditato e dell’occultamento di cadavere di un figlio partorito lo scorso 7 agosto, e della soppressione di un altro neonato dato alla luce l’anno scorso. 

Al momento, le indagini portano a pensare che Chiara abbia fatto tutto da sola ed è emerso che abbia cercato per lungo tempo sul web come accelerare la nascita o la “sindrome alcolica fetale”, cosa che può ostacolare lo sviluppo del feto o causare un aborto. 

Se la storia della violenza fosse vera, Chiara non ne avrebbe parlato con nessuno, né ai suoi genitori, né al suo ragazzo, né alle forze dell’ordine, quindi il reato non è stato perseguito né potrebbe più esserlo, dato che la denuncia penale per abusi deve essere presentata entro un anno dai fatti. 

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