Arriva quasi alle lacrime Luciano Spalletti, si scioglie ripensando alla telefonata di sua figlia Matilde. La situazione era difficile, tutti gli occhi addosso e una partita brutta che più brutta non si può giocata contro la Svizzera. “La mia vita è stata tutta complicata, a volte è complicato anche  gestire delle vittorie. Pacche sulle spalle ne ho ricevute tantissime, mi sono fatto migliaia di amici, quella più evidente è la telefonata  di mia figlia Matilde, quella del ‘ti voglio bene‘. Quella supera  tutto”. 

Poi si arriva al nocciolo della questione. Il ct resta in sella? “Sono quello che ha più responsabilità, ma è un giochino che non faccio quello di tornare indietro, nella mia vita sono sempre stato attento a quello che devo fare successivamente, indietro non ci posso tornare, è chiaro che per quello che si è visto qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po’ la squadra, siccome rimango qui, in futuro sarà fatto ancora di più. Il miglior Spalletti non si è visto, leggo che ho alzato troppo i toni, che ho individuato degli esempi da seguire, ma la mia vita è così. Il mio impegno sarà ovviamente totale, con le esperienze fatte e maggiori conoscenze”. 

Eppoi ancora: “Della partita di ieri sono deluso. Non ho visto reazione. Anche con la Spagna, meritando di perdere più di 1-0,  nell’ultimo quarto d’ora potevamo pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia. Non ho visto la rabbia contro un  avversario che era alla nostra portata, diverso per qualità dalla Spagna. Le analisi spero di farle in modo corretto, andando ad  approfondire quel che è successo nella realtà delle partite. Ma se la  risposta è stata questa, sono io che devo e dovrà fare qualcosa di  diverso“.

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