“Non sono per il perdono, non perdonerà mai chi ha ucciso mia nipote e non perdonerò mai chi fa del male alle donne”. Sono le parole di Andrea Camerotto, lo zio materno di Giulia Cecchettin, nelle ore che precedono la lettura della sentenza della Corte d’Assise di Venezia, chiamata a giudicare Filippo Turetta. 

“Ha detto che non se la sente di chiedere scusa nell’interrogatorio in aula, ma bisogna anche provarci a farlo – prosegue il fratello della mamma di Giulia, morta nel 2022 -. Ha ucciso con crudeltà, nel tragitto verso Fossò aveva modo di tornare indietro, non l’ha fatto ed è stato veramente crudele. Comunque Filippo per me non esiste, non ho niente da dirgli. Come ha detto mio cognato Gino, prima dell’omicidio di Giulia non eravamo coscienti della violenza sulle donne, si ‘assaporava’ la disgrazia e si girava la pagina del giornale. Ora bisogna farsi delle domande, sono contento che Gino abbia intrapreso la strada della Fondazione e lo sosterrò”.

 

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