“Siamo in piazza con lo slogan disarmiamo ‘il patriarcato’ proprio perché la violenza sulle donne non è un’emergenza, se non nella sua drammaticità, ma è una dimensione strutturale che ogni anno ripete gli stessi numeri e le stesse modalità a fronte di una carenza di fondi per i centri antiviolenza e per le politiche a sostegno delle donne vittime di violenza. E quindi siamo in piazza per ribadire che c’è una guerra sui nostri corpi – e c’è una guerra globale – in cui i governi cercano di rafforzare costantemente la famiglia patriarcale e il razzismo contro le donne”.
Così Carlotta, attivista di Non Una di Meno, movimento femminista che ha organizzato, spiega le motivazioni alla base del corteo organizzato a Roma in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Il raduno a piazzale Ostiense, punto di partenza della marcia. Secondo Non Una di Meno sono stati 104 i femminicidi dall’inizio dell’anno.
‘Il femminicidio ‘- spiega ancora Carlotta – è solo la punta dell’iceberg che riguarda molestie sul posto di lavoro, discriminazioni nelle scuole, forme di violenza che non arrivano al femminicidio ma portano più di 20mila a rivolgersi ogni anno ai centri antiviolenza”. Non Una di Meno conferma ”la sua autonomia dai partiti politici e questo non vuole dire che non abbiamo una nostra posizione. In questo senso, chiediamo lo stop al genocidio perché riconosciamo che l’autodeterminazione della Palestina non è solo una questione femminista e transfemminista, ma anche perché nelle guerre le donne sono sempre le prime vittime insieme ai bambini”.
E poi conclude: ”Siamo in piazza per potenziare una forza collettiva partita dal basso e affermare che il patriarcato esiste e continua a ucciderci”.