Sullo spionaggio di giornalisti e attivisti tramite un virus israeliano resta accesa anche la polemica politica. In aula ieri durante il question time il ministro Nordio a sorpresa risponde difendendo la sua amministrazione: “Mai nessuno intercettato nel 2024, vale anche per la polizia penitenziaria”. Scintille con le opposizioni che accusano il governo di contraddirsi, visto che il giorno prima aveva parlato di notizie coperte da segreto: “Ma nelle mani di chi siamo?” Esposto contro ignoti di Fnsi e Ordine dei giornalisti. 

Tre audizioni al copasir e due question time dei ministri competenti non hanno spento le polemiche sull’uso del software spia della Paragon presente nei telefonini di alcuni giornalisti e attivisti. Martedì scorso il sottosegretario ai servizi segreti Mantovano in una lettera al presidente della Camera Fontana aveva chiarito: “la materia è classificata, le uniche informazioni pubbliche sono già state date il 12 Febbraio dal Ministro Ciriani”. Ma Nordio a sorpresa alla Camera dei deputati, pur senza citare direttamente il software, aggiunge un elemento: il ministero della Giustizia e la polizia penitenziaria non hanno contratti ne hanno mai usato il programma.
Le opposizioni che erano già sulle barricate per la decisione di non riferire al Parlamento annunciata da Mantovano non sono soddisfatte delle parole di Nordio. Matteo Renzi annuncia la richiesta di accesso agli atti sulle spese delle Procure per le intercettazioni: “Tra Nordio e Mantovano uno mente”, dice il leader di Italia Viva. 
“Un governo in confusione”, dicono da AVS. “Che cosa nascondono?”, chiede la leader del Pd Schlein: “Il governo deve fare chiarezza e dirci chi era a spiare e per quale motivo”.
 

Condividere.
Exit mobile version