Ieri il sindaco di Villabate (Palermo), Gaetano Di Chiara, ha ordinato la chiusura del cimitero comunale a causa dell’emergenza igienico-sanitaria provocata dalla presenza di 220 bare insepolte per mancanza di posti. Tra odori nauseabondi e situazioni estreme, dovute al caldo che ha fatto “scoppiare” i feretri, l’unica scelta possibile e’ stata quella della chiusura. Di Chiara aveva annunciato che ieri avrebbe fatto approvare in giunta una delibera urgente per disporre la sistemazione e la riparazione delle bare che si sono aperte, facendo colare liquidi all’esterno, ma e’ stata rinviata a domani. “In ogni caso – precisa il primo cittadino – il problema potra’ essere risolto solo con l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche, che il Consiglio comunale, nella sua ultima riunione, ha rinviato alla seduta del 9 ottobre. Se sara’ varato, dato che prevede anche l’ampliamento del cimitero, con la creazione di nuovi loculi, entro l’anno risolveremo il problema delle bare insepolte”. 

Il piccolo comune di 19mila abitanti si trova così ad affrontare una crisi che tocca nel profondo le famiglie in lutto. Una situazione che richiama, in proporzione, il dramma dei Rotoli di Palermo con le sue 1.500 bare accatastate.

 

 

Una veduta di Villabate (Tgr Rai)

La situazione ricorda le vicende del cimitero di Santa Maria dei Rotoli, a Palermo, dove le bare insepolte, per mancanza di posti, arrivarono a 1500 e furono sistemate alla meno peggio in depositi, uffici e sotto tendoni di emergenza allestiti nei viali del camposanto. A Villabate le bare insepolte, oltre che nei depositi, sono state distribuite nelle cappelle gentilizie.   

 

 

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