Una traccia ritenuta fondamentale per le indagini che all’epoca dei fatti non venne analizzata e diversi reperti sono al centro dell’incidente probatorio, iniziato oggi a Milano, sul caso dell’omicidio di Chiara Poggi. 

Gli esperti genetisti e dattiloscopici sono chiamati a confrontarsi sulla utilizzabilità, con le nuove tecniche forensi, dei due profili genetici estrapolati dai margini ungueali di Chiara già durante il processo d’appello bis nei confronti di Stasi. 

Questo per una comparazione attendibile con il Dna di Sempio, emerso dalle nuove indagini, e con quelli di Stasi e di tutte le persone che hanno frequentato la villetta di Garlasco. 

Poi l’estrazione del Dna dalle impronte sulle fascette para-adesive, tra cui la numero 10 lasciata sulla porta dell’abitazione dei Poggi, e sul materiale allora repertato dal Ris di Parma oppure scartato perché inutile o insufficiente per qualsiasi esame. 

Compresa la spazzatura, tra cui un barattolino di yogurt, sequestrata all’indomani dell’omicidio e con le confezioni di cereali e cucchiaini per la colazione che Chiara,la mattina del delitto, non aveva potuto finire.

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