“L’ergastolo è da molto tempo ritenuto una pena inumana e degradante, le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. L’ergastolo è il tributo che lo stato di diritto paga alla pena vendicativa”. È uno dei passaggi dell’arringa di Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
 

Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, condannato all’ergastolo presso la Corte di Assise, Venezia, 25 novembre 2024 (Ansa)

Turetta in aula

Turetta in aula (RaiNews)

Oggi è il giorno della difesa
Dopo la richiesta della condanna all’ergastolo formulata ieri dal Pm Andrea Petroni, oggi in Corte d’Assise a Venezia è la volta dell’arringa a difesa per Filippo Turetta, l’omicida reo confesso di Giulia Cecchettin.

Giulia Cecchettin (tg3)

Il 23enne di Torreglia è presente anche oggi nell’aula di giustizia. Non c’è invece il papà di Giulia, Gino Cecchettin.
La difesa di Turetta è affidata agli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. La prossima udienza, come da programma stilato dal collegio giudicante, sarà quella della sentenza, il 3 dicembre. 

Le arringhe degli avvocati di Turetta
Gli interventi dovrebbero durare circa due ore, non e’ esclusa l’ipotesi che Turetta faccia delle brevi dichiarazioni oggi o il 3 dicembre quando la Corte d’Assise di Venezia si ritirera’ in camera di consiglio per decidere la sentenza. Nella requisitoria, il pm ha affermato di essersi sentito “preso in giro” dopo gli interrogatori nel carcere di Montorio, dove lo studente di ingegneria e’ recluso, e quello recente in aula.

Secondo il magistrato le sue ricostruzioni sono state segnate da omissioni e bugie e il giovane non ha collaborato appieno con gli inquirenti per delineare la dinamica dei fatti, nascondendo, per esempio, la ‘lista delle cose fare’ in vista del delitto, elemento considerato decisivo dalla Procura per contestare la premeditazione. Nessun dubbio per il pm anche sull’aggravante della crudelta’.
 

Ieri la richiesta di ergastolo del pm

Nella requisitoria davanti alla corte d’Assise di Venezia il pm Andrea Petroni ieri aveva chiesto l’ergastolo per Filippo Turetta, imputato per  omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e  occultamento di cadavere dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. In prima fila, accanto ai difensori, c’era l’imputato. 

Assente Gino Cecchettin,  per impegni con la fondazione che porta il nome della figlia morta, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A rappresentare in aula la famiglia Cecchettin c’era lo zio e  la nonna Carla Gatto.

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