In principio fu Diabolik. Era l’estate del 2019 quando Fabrizio Piscitelli, storico capo ultrà della Lazio, che alla sua dedizione alla curva Nord alternava quella al narcotraffico, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa mentre era seduto su una panchina nel Parco degli Acquedotti di Roma. La sua militanza negli ambienti del tifo organizzato laziale, tra le fila degli “Irriducibili”, portò Piscitelli a tentare la scalata al club biancoceleste attraverso una vera e propria campagna d’intimidazione nei confronti del presidente Claudio Lotito. Un’operazione per la quale Diabolik fu condannato, insieme ad altri 3 capi ultrà, a 3 anni e 6 mesi in primo grado. Attraverso il coinvolgimento dell’ex bomber e bandiera laziale Giorgio Chinaglia, Piscitelli tentò di far cedere il club ad un gruppo farmaceutico ungherese che sarebbe stato interessato all’acquisto.
Il luogo dove è stato ucciso ucciso “Diabolik” Fabrizio Piscitelli, capo ultrà Irriducibili Lazio (LaPresse)
Un altro episodio che ha visto intrecciarsi le strade di calcio e criminalità organizzata è quello accaduto nell’autunno del 2019, quando la Procura di Torino smantellò una vera e propria associazione a delinquere gestita dalle frange ultrà della Juventus. Fu proprio la società bianconera a denunciare le pressioni subite da parte di gruppi di tifosi organizzati, affinché cedesse biglietti che sarebbero stati successivamente rivenduti attraverso i circuiti illegali. Le accuse furono di estorsione, autoriciclaggio, violenza privata, vendita illegale di biglietti. Sciopero del tifo e cori razzisti, allo scopo di far multare la società, sarebbero state le ritorsioni attuate dai gruppi ultrà qualora non avessero visto esaudite le loro richieste.
Antonio Bellocco (D) ed Andrea Beretta (S) in una foto scattata durante una partita di calcetto. (ANSA/Insagram)
Prima del grave fatto di Cernusco sul Naviglio, che ha visto protagonisti i due capi ultrà dell’Inter Andrea Beretta e Antonio Bellocco, con la morte di quest’ultimo, anche la sponda rossonera di Milano ha fatto i conti con i guai giudiziari di un suo capo ultrà. Era il dicembre del 2021 quando Luca Lucci, già coinvolto in vicende di droga, fu arrestato con l’accusa di essere al vertice di un importante giro di narcotraffico che si avvaleva di un software tecnologico che – come scrissero gli investigatori – rendeva il capo ultrà praticamente “inattaccabile”.