E’ sbarcata intorno alle 14.40 all’aeroporto di Fiumicino con un volo di linea da Istanbul Nazia Shaheen, ritenuta insieme al marito Shabbar Abbas e al cognato Hasnain Danish, responsabile dell’omicidio della figlia Saman Abbas – avvenuto a Novellara la notte del 1° maggio 2022. A dicembre è stata condannata all’ergastolo dalla Corte di assise di Reggio Emilia, accusata dall’indagine della Procura e dei carabinieri. Era latitante dal primo maggio 2021.
Il volo è decollato da Islamabad alle 2,30 ora italiana, con a bordo la donna e funzionari italiani. Secondo quanto si è appreso, la donna, accompagnata in Italia dal personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, coordinato dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, dopo lo sbarco, nella massima riservatezza, sarà presa in consegna dagli operatori della polizia giudiziaria della Polaria di Fiumicino aeroporto per espletare le formalità di rito. Quindi, poi, la consegna alla Polizia penitenziaria per la traduzione nel carcere romano di Rebibbia, in attesa della definitiva traduzione in un carcere emiliano a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Difficile ipotizzare come si comporterà Nazia, ma gli investigatori sperano che possa chiarire l’ultimo passaggio di quella notte, perché è stata lei a consegnare la figlia agli assassini.
La Procura della Repubblica di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, – prosegue la nota – ha ottenuto l’estradizione in seguito una intensa attività di cooperazione giudiziaria internazionale, svolta con l’essenziale supporto del Ministero della Giustizia italiano e dell’Ambasciata italiana ad Islamabad. Il personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, coordinato dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, si è recato in Pakistan dove ha preso in consegna dalle Autorità locali la detenuta Nazia Shaheen.
Dopo l’efferato delitto, – prosegue la Procura – Nazia e il marito Shabbar facevano rientro in Pakistan. Shabbar venne arrestato in Punjab a metà novembre 2022 e arrivò in Italia il 1 settembre, scorso, dopo un lungo iter giudiziario. La madre di Saman è stata invece fermata lo scorso maggio, ma la sua estradizione è stata più rapida, perché non si è opposta e, nonostante l’assenza di trattati internazionali, le autorità pachistane hanno collaborato con quelle italiane e con l’Interpol.
Madre di Saman Abbas Nazia Shaheen, 31 maggio 2024 (Ansa)
Le indagini
Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia e del NOR della Compagnia di Guastalla, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, permettevano di acquisire elementi a sostegno delle ritenute responsabilità penali dei suddetti soggetti, a carico dei quali, in data 20 maggio 2021 e 28 maggio 2021, era stata emessa dal locale GIP un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, verso le quali si erano resi subito latitanti.
Le incessanti ricerche svolte dai Carabinieri, supportati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, consentivano di confermare la presenza del padre e della madre sul territorio pakistano. Con la piena collaborazione della Polizia federale del Pakistan e di quella dello Stato del Punjub, in data 15.11.2022, era stato tratto in arresto il padre della vittima che veniva estradato in Italia il 31 agosto 2023.
Le Autorità di Polizia pachistane, in data 31 maggio 2024, davano esecuzione alla Red Notice- Interpol (richiesta d’arresto ai fini estradizionali), inserita dal Servizio per la cooperazione Internazionale di Polizia – Divisione Interpol successivamente alla commissione dei fatti, anche nei confronti della madre. Al termine di un procedimento giudiziario l’Alta Corte Pakistana ha ritenuto applicabile la procedura di estradizione anche a carico di Nazia Shaheen che peraltro non si è opposta alla richiesta tradizionale. In forza del giudizio dell’Alta Corte, il Governo Pakistano a metà agosto ha dato l’assenso per l’estradizione dell’arrestata.