Il Comune di Avetrana, in provincia di Taranto, ha depositato un ricorso cautelare d’urgenza per chiedere la sospensione immediata della serie tv “Avetrana – Qui non è Hollywood” e la “rettifica del titolo”. La serie parla dell’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, avvenuto nel comune tarantino nell’agosto 2010, e sarà trasmessa sulla piattaforma Disney+ a partire dal 25 ottobre. 

“Risulta indispensabile visionarla in anteprima – scrive il sindaco Antonio Iazzi – al fine di appurare se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà”.   

La comunità di Avetrana, scrive ancora il sindaco, “ha da sempre cercato di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio, dal momento che la tragedia destò sgomento nella collettività, interessata da una imponente risonanza mediatica, che stimolò l’ente a costituirsi parte civile nel processo penale a carico di Misseri Michele” e degli altri imputati. “Ricordiamo anche – aggiunge il sindaco – che nel luglio del 2022, con atto ufficiale della Regione Puglia, Avetrana è stata riconosciuta ‘Città d’Arte’ e quindi inserita nell’Elenco regionale dei comuni ad economia prevalentemente turistica Città d’Arte. A ciò si aggiungano l’accoglienza, l’ospitalità, la generosità e altre peculiarità che da sempre caratterizzano la stessa cittadinanza”, conclude il sindaco Iazzi.

“Noi abbiamo raccontato dei fatti emersi dalla verità giudiziale, da tre sentenze e ci siamo limitati a quello. Non abbiamo in alcun modo voluto spalancare, aprire altre strade. Non siamo giudici, non siamo avvocati, anche se ho studiato legge, e non siamo giornalisti di inchiesta. Mi interessava raccontare una storia per quello che è stato acclarato, per quello che è emerso”: così il regista Pippo Mezzapesa ha presentato la serie di cui le prime due puntate sono state proiettate alla Festa del cinema di Roma.

Il cast di “Avetrana – Qui non è Hollywood” (Ansa)

Il delitto di Avetrana, nuove dichiarazioni 

La miniserie parte proprio dal delitto. A livello giudiziario la storia si è conclusa con la condanna all’ergastolo di Sabrina e Cosima Misseri – cugina e zia di Sarah – per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Le due continuano a dichiararsi innocenti e ad accusare Michele Misseri che è uscito dal carcere nel febbraio del 2024 dopo la condanna per soppressione di cadavere e continua a sostenere di essere l’unico colpevole. 

Recentemente le dichiarazioni di Valentina Misseri, sorella di Sabrina, prima e dello stesso Misseri, poi, hanno riacceso i riflettori sul caso.

“Chi ha ucciso Sarah Scazzi? “Mio padre. Ma strasicuro proprio. Secondo me lui ci ha provato con Sarah. Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l’avrebbe raccontata a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l’ha voluta zittire, l’ha voluta zittire per sempre. Buona parte dell’opinione pubblica pensa che io faccia parte di una famiglia di assassini, quindi comunque io vengo chiamata assassina”, ha detto Valentina, intervistata dalla trasmissione Far West su Rai3.

“C’era proprio l’intenzione dall’inizio di prendere mia sorella. Buona parte dell’opinione pubblica pensa che io faccia parte, comunque no, di una famiglia di assassini e comunque sono amareggiati che io stia fuori e non in carcere insieme a mia madre e mia sorella. Nonostante io sia arrivata ad Avetrana quasi due settimane dopo. Ci sono stati momenti in cui ho pensato, mesi dopo, adesso verranno a prendere pure me perché così si accontenta di più la l’opinione pubblica”, ha dichiarato.

La “confessione” di Michele Misseri

Michele Misseri, dopo la scarcerazione, è tornato a vivere ad Avetrana e, a distanza di 14 anni dal delitto continua, inascoltato, ad auto-accusarsi di essere stato lui a uccidere Sarah. Recentemente, intervistato da “Porta a Porta”,, ha ribadito la sua “verità”: “La verità è che ho ucciso io Sarah. L’ho detto nei primi interrogatori quando mi hanno arrestato. Mia figlia e mia moglie non c’entrano niente. Io sono colpevole e sono fuori, loro innocenti e sono dentro. La mia vera carcerazione è questa. Io mi stavo uccidendo perché non ce la faremo più ad andare avanti per il rimorso: stavo prendendo il veleno ma poi mi sono detto che Sarah non sarebbe stata mai trovata”.

Il movente sessuale

“Quando Sarah è scesa quel giorno, io l’ho presa di spalle. Io non l’avevo mai vista così vestita come stava, con un costumino e un pantaloncino rosa. Ho allungato la mano, questa è la verità. Lei ha cercato di scappare, mi ha dato un calcio e io avevo paura che lo raccontasse. Qualche giorno prima le avevo dato una pacca sul sedere e lei mi disse che non dovevo farlo più. Questo non l’ho mai detto perché mi è stato sempre impedito di dirlo”, ha dichiarato.

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