Si chiama Moussa Sangare, il 31enne, reo confesso, fermato nella notte per l’omicidio di Sharon Verzeni. Nato a Milano da una famiglia di origine africana, il giovane, di nazionalità italiana, era residente a Suisio, un paese della Bergamasca, distante appena cinque chilometri da Terno d’Isola. Disoccupato e incensurato, Sangare non conosceva Sharon Verzeni. L’aggressione sarebbe avvenuta dunque senza un apparente motivo. “Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”, ha confessato l’uomo, rintracciato dai carabinieri nel Bergamasco. Alcuni minuti prima dell’omicidio, Moussa aveva puntato il coltello – lo stesso che ha ucciso Sharon – contro due 15enni poi scappati. Nella sua abitazione sono state trovate altre prove dell’omicidio e lui stesso ha indicato il luogo dove aveva nascosto l’arma del delitto, trovata sepolta in un’area con della vegetazione sull’argine del fiume Adda in zona Medolago.
L’immagine dell’uomo catturata in un frame delle telecamere di videosorveglianza
Sharon Verzeni stava rientrando a casa dopo una passeggiata notturna per Terno d’Isola, quando lungo via Castegnate, la strada principale del paese, è stata colpita a morte da quattro coltellate. Le telecamere di videosorveglianza non hanno ripreso il momento dell’omicidio, ma hanno catturato l’immagine di un uomo in bicicletta che sfrecciava contro mano lungo via Castegnate all’orario del delitto. È da quei frame che i carabinieri del comando provinciale di Bergamo, coordinati dal pm Emanuele Marchisio e dalla procuratrice facente funzione Maria Cristina Rota, sono giunti a Moussa Sangare.
Il 31enne è stato fermato questa notte, a un mese esatto dall’omicidio di Sharon Verzeni, ”al termine di complesse e laboriose indagini”. A suo carico gli investigatori hanno raccolto ”gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, nonché del pericolo di fuga”.
“Omicida ha avuto collaborazioni con alcuni rapper”
“È un po’ più grande di me, non ci conoscevamo bene. So che cantava, voleva fare il cantante, aveva fatto il provino a X Factor. Era un ragazzo sorridente e integrato nel paese” ha detto a LaPresse Gabriele, un 22enne di Susio, che conosceva Moussa, che ha avuto delle collaborazioni con Izi e Ernia, due rapper italiani. La circostanza, riferita da diversi residenti a Suisio dove il 31enne abitava, è stata confermata dagli investigatori. “Anni fa ha collaborato alla canzone ‘Scusa’ di Izi”, ha detto un ragazzo che lo conosceva di vista, indicando il video da 14 milioni di visualizzazioni su YouTube e che porta anche la firma di ‘Moses Sangare’. “Aveva davanti una carriera, so che voleva anche partecipare a XFactor”. Il suo nome d’arte compare anche nel video di una canzone del rapper Ernia insieme a Izi dal titolo ‘Fenomeno’.
La procuratrice: Sangare avrebbe dimostrato “lucidità”
“Non c’è stato alcun movente”, ha spiegato la procuratrice, chiarendo che la Procura dovrà valutare eventuali profili psichiatrici, ma che Sangare avrebbe dimostrato “lucidità”. Da quanto è emerso dalle indagini l’uomo viveva in una casa occupata e aveva lasciato l’abitazione dove precedentemente viveva con la madre e la sorella dopo che le due donne lo avevano denunciato per maltrattamenti. Il 31enne era un abituale frequentatore della piazza di Terno d’Isola, ma la sera che ha ucciso la donna, dopo esser uscito da casa con 4 coltelli, non c’era passato. I due stranieri regolari che hanno agevolato l’indagine erano andati ai carabinieri per fare altre segnalazioni, hanno poi dato indicazioni sul fermato una volta che sono state loro mostrate le immagini. Per identificare Sangare non sono bastate le immagini riprese dalla telecamera mentre era in bicicletta in via Castagnate, dove è accaduto l’omicidio: della sua identità si è avuto conferma da altre telecamere.
Investigatori e inquirenti hanno spiegato che Sangare è stato rintracciato “per strada” ieri mattina, poi portato in caserma e che nelle prime dichiarazioni avrebbe tentato di sostenere che non era presente sul luogo dell’omicidio quella notte. Sangare, quella notte tra il 29 e il 30 luglio scorso, aveva già “incrociato” in bici Sharon Verzeni, che camminava, e ha deciso “di fare inversione di rotta“, girando attorno alla piazza di Terno d’Isola, “di seguire la vittima” e di colpirla in via Castegnate, perché il suo “obiettivo dichiarato era di andare a colpire qualcuno, sentiva l’impulso di andare ad accoltellare qualcuno”, secondo la ricostruzione dell’omicidio fatta durante la conferenza stampa dalla procuratrice facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota e dai carabinieri.
Vicini di casa Sangare: “Litigavano tanto a notte fonda”. ‘”Aveva incendiato casa. In America per cantare poi è cambiato”
“Non aveva buoni rapporti con la madre, li sentivo litigare tanto, anche alle tre e alle quattro di notte”, ha raccontato un vicino di casa di Sangare. “Da quando era tornato dall’America, era diventato diverso, da casa sua si sentivano spesso litigi”, ha proseguito il vicino. “Quattro o cinque mesi fa aveva dato fuoco alla casa – racconta un altro vicino – Si faceva qua, si faceva in piazza. Avevo l’intuizione che prima o poi sarebbe successo qualcosa”. Un’altra vicina di casa ha ricordato invece che “qualche mese fa erano intervenuti i carabinieri” perché “aveva menato la sorella”. L’omicidio di Sharon “è stato uno shock. Io ho una bambina piccola – ha detto -, abbiamo paura”. I vicini riferiscono ai cronisti di non sapere nemmeno che Moussa avesse una bicicletta, quella con cui si sarebbe dato alla fuga lungo via Castegnate dopo aver colpito la 33enne con quattro fendenti. Altri amici ne danno un profilo più normale – “Due giorni dopo l’omicidio abbiamo fatto una grigliata insieme, con altri amici. Era un ragazzo tranquillo, amici da quando eravamo piccoli”, ha detto a LaPresse un compagno di scuola. Molto scossi gli amici di Suisio che raccontano come dopo il viaggio negli Stati Uniti fosse cambiato. “Era una persona buona, era stato in Inghilterra e poi negli Stati Uniti poi era tornato ma era cambiato, diceva che vede auree, energie. Per noi è difficile da credere, immaginiamo sia stato un raptus. Voleva sfondare con il canto, per vivere faceva lavori saltuaria come in pizzeria”.
Legale Sangare: “Verosimile problema psichiatrico”
“E’ molto verosimile che ci sia una problematica psichiatrica, anche se è un discorso prematuro e sarà un tema da approfondire con consulenze ed un’eventuale richiesta di perizia, ma è comunque un aspetto questo rilevantissimo”. Lo ha spiegato l’avvocato Giacomo Maj, legale di Moussa Sangare, fermato per l’omicidio di Sharon Verzeni. Il difensore ha chiarito che il 31enne, nel corso dell’interrogatorio di confessione, ha continuato a ribadire che è stato “un gesto che nemmeno lui si spiega, una cosa senza senso, senza spiegazioni né motivazioni”. Il legale ha precisato che al momento non sa riferire se nel passato di Sangare ci siano statio meno dei ricoveri o delle valutazioni psicologiche o psichiatriche. “Non ne ho contezza, non posso dirlo, perché non ho ancora avuto accesso agli atti”. Non sa dire, allo stato degli atti, nemmeno se per quanto riguarda i presunti maltrattamenti ai danni di madre e sorella “ci fosse ancora solo la denuncia e in che fase fosse il procedimento”. Il difensore ha anche spiegato che il 31enne, interrogato, non avrebbe fatto cenni all’assunzione di alcol o droghe. “Il suo gesto non dovrebbe essere dovuto a queste cose – ha aggiunto il legale – è stata una cosa senza senso, di cui anche lui non sa la motivazione”.