Un giovane che gestisce una pizzeria d’asporto vicino alla piazza di Terno d’Isola ha raccontato che non ha più visto, dopo l’omicidio di Sharon Verzeni, un uomo che saprebbe riconoscere ma di cui non sa il nome che, con altri, “faceva casino” in piazza anche a tarda serata e “litigavano e rompevano bottiglie”.
Ha ribadito ai cronisti, dopo averlo raccontato ai carabinieri, che a Terno ha poi visto in giro gli altri del gruppo ma non lui. “Prima abitava a Terno, poi lo vedevo andare a piedi a Medolago”. Le persone che frequentavano di notte la piazza principale del paese, una decina, nordafricani, “erano sempre ubriachi e facevano casino”. Uno di questi non l’ha più visto in paese dopo l’omicidio.
“Saranno una decina, in gran parte marocchini. Fanno sempre un gran casino e sono veloci di lama. Per qualche giorno non li ho più visti, ma pian piano stanno tornando. Tutti, tranne uno. Non si vede da settimane”. Questo il racconto a Il Corriere della Sera, del commerciante della zona a poche centinaia di metri da dove è stata accoltellata Sharon.
La testimonianza come altre è al vaglio degli investigatori che ne stanno raccogliendo diverse in queste ore.
Gli ultimi 600 metri di Sharon: quella strada piena di telecamere senza il viso dell’assassino
Quella del balordo è una delle piste al vaglio degli inquirenti, così come continuano le ricerche dell’uomo in bicicletta ripreso dalle telecamere mentre contromano percorreva via Castegnate nei minuti del delitto. Chi indaga ha un nome su cui lavorare ma l’uomo non si è ancora fatto vivo o avrebbe ragioni per non farsi trovare, anche se è stato precisato che non si tratta del killer della donna uccisa un mese fa.
Si cerca ancora in quelle poche centinaia di metri dove si è svolto il delitto, ormai un mese fa, e dove nessuno ha visto né sentito l’assassinio di Sharon Verzeni, 33 anni, accoltellata e uccisa il 29 luglio scorso. Ma sul nome e cognome “dell’uomo in bicicletta” c’è un’ipotesi più che concreta, anche se ad inquirenti e investigatori di Bergamo non è ancora riuscito di guardare in faccia e sentire quello che ha (eventualmente) da dire l’uomo visto nelle immagini delle telecamere di sorveglianza quella notte.
Riprese le ricerche dell’arma del delitto
Sono riprese stamani a Terno d’Isola le ricerche dell’arma. Ed è proprio nei pressi della casa di via Merelli, ancora sotto sequestro, che i carabinieri di Bergamo cercheranno il coltello che non risulta tra quelli sequestrati in alcune perquisizioni nelle settimane scorse e già analizzati.
Ieri alle ricerche hanno partecipato anche gli esperti del Mu.Re. il Museo recuperanti 1915-1918 , che ha sede a Toscolano Maderno e sono specializzati nel recupero di ordigni bellici. Su altri fronti di indagine continua a non essere esclusa l’ipotesi dello sbandato che Sharon non conosceva, ma si continua a scavare anche nelle conoscenze della barista per capire se qualcuno avesse motivi di rancore tali da ucciderla. Su questo il suo compagno, Sergio Ruocco, si è sempre detto sicuro che è stata uccisa, a suo avviso, da una persona che “non conosceva”.
Il giallo dell”uomo in bicicletta’
Le indagini sarebbero arrivate al ciclista per via dei vestiti che indossava e il modello della bicicletta in sella alla quale percorreva contromano la via dell’omicidio e, probabilmente, qualche conferma è venuta anche dell’analisi del traffico telefonico della zona.
Per quale ragione per quasi un mese questo testimone non si sia fatto vivo coi carabinieri e il pm Emanuele Marchisio crea un secondo giallo all’interno di un’inchiesta in cui i militari di Bergamo ma anche del Ros e del Ris, questi ultimi impegnati a rilevare e analizzare tracce di Dna trovate sul corpo, non risparmiano risorse e mezzi.
L’uomo in bici è “una delle 10 persone da idenficare”
Il ciclista non sarebbe più quindi tra le circa dieci persone da identificare che sono ritratte nella zona del delitto (oggi sono stati sentiti altri testimoni) ma le indagini proseguono anche scavando nelle conoscenze della donna uccisa.