“Sharon ha provato a tirarsi su, ma non ce la faceva: era proprio davanti al cancello della villetta del 32. Quando si è girata sul fianco destro, abbiamo visto il sangue sulla schiena. E abbiamo capito dopo avere sentito delle coltellate”. E’ il drammatico racconto degli ultimi istanti di vita di Sharon Verzeni, appena dopo essere stata aggredita dal suo assassino, quel 29 luglio. A raccontarlo agli inquirenti, come scrive il Corriere, è una donna, una testimone che era alla finestra della sua villetta ed ha visto gli ultimi istanti del delitto. E racconta tutto agli investigatori il primo giorno dopo il delitto.
sharon verzeni (Rai)
Le pugnalate avevano raggiunto i polmoni e provocato l’emorragia letale, mentre una quarta coltellata aveva ferito la 33enne al petto.
L’ultima camminata di Sharon su via Castegnate: quei 600 metri fatali nel video in soggettiva
“Sembrava che l’ambulanza non arrivasse mai”
La testimone è sempre rimasta alla finestra – continua il racconto del Corsera – “Anche perché i carabinieri hanno transennato tutto e si sono messi subito a cercare nelle vie laterali. Chiamati i soccorsi, contavamo i minuti, sembrava che l’ambulanza non arrivasse mai”.
“Mi ha accoltellato”, l’ultima frase di Sharon Verzeni prima di morire ed i nuovi scenari
“Sharon era ancora viva quando l’hanno portata via. Abbiamo saputo che non ce l’aveva fatta dal gesto del carabiniere: i pugni sbattuti per lo sgomento”.
La testimone oculare: “Cercava di suonare i campanelli”
“Stavo guardando la televisione in soggiorno con mio figlio — così nella sua deposizione — ed il volume era basso, vista l’ora, e le finestre erano tutte aperte perché in quei giorni faceva un caldo terribile.
“Aiuto, aiuto”
“All’improvviso – continua la donna, il cui nome è protetto dal segreto istruttorio – ho sentito gridare “aiuto, aiuto”, ma non mi sono preoccupata subito perché qui gira di tutto e spesso capita di sentire schiamazzi. Poi, c’è stata una pausa, durata molto poco, ed ho sentito di nuovo “aiuto, aiuto”, questa volta era più vicino e la voce più sofferente“.
“Quando mi sono affacciata, ho visto la ragazza arrivare barcollando. Veniva dalla piazza (VII Martiri, ndr) e al primo momento ho pensato, poverina, che fosse ubriaca e che stesse male per quello”.
Sono gli ultimi attimi dopo l’aggressione, quando il delitto viene consumato ed il cuore di Sharon si ferma per sempre.
La casa di Sharon Verzeni vista dall’alto: due ombrelli, i tavolini, il video del drone
Intanto, continuano serrate le indagini, con le deposizioni e la collaborazione del fidanzato di Sharon, Sergio Ruocco, che continua a presentarsi in caserma quando convocato, senza un avvocato e come “persona informata dei fatti”.
Il compagno di Sharon di nuovo sentito ancora in caserma (Ansa)
Anche ieri Ruocco in caserma “Per pochi minuti”
“Succede tutti i giorni: vado e vengo dalla caserma. Anche domani sarò là. Perché? Me lo spiegheranno domani”. Sergio Ruocco lo dice ai cronisti che lo attendono fuori dalla casa dei genitori della sua compagna Sharon Verzeni, in via Adda a Bottanuco, mentre rincasa di rientro dal primo dei due viaggi a Bergamo, dov’è stato convocato sia la mattina sia il pomeriggio dai carabinieri del nucleo investigativo per “doverose formalità connesse agli atti di polizia giudiziaria in corso”, come preciseranno fonti vicine a chi indaga.
Tuttavia, a differenza di quanto detto dall’interessato, per la giornata di domani non sono previste convocazioni di Sergio Ruocco al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo.
“Non mi serve nominare un avvocato”
Quelli di oggi sono stati due accessi molto veloci nella caserma del comando provinciale di via delle Valli, in entrambi i casi senza un legale e semplicemente per sbrigare alcune formalità. “Non mi serve nominare un avvocato” assicura.
In passato era stato interrogato – non lo è stato oggi – come semplice persona informata sui fatti e gli inquirenti hanno precisato più volte che non è indagato per l’omicidio della compagna trentatreenne uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi a coltellate in strada a Terno d’Isola.
Nella casa prelevati computer ed un cellulare
Tra giovedì e venerdi la villetta dove Ruocco viveva con Sharon è stata oggetto di due sopralluoghi dei carabinieri, accompagnati proprio da Ruocco. È stato prelevato un computer del trentasettenne (la donna pare non ne avesse uno) e anche un cellulare che non era stato ancora analizzato.
Ruocco in caserma: per “Firme su atti amministrativi”
Può essere che oggi sia stato convocato per apporre delle firme su atti amministrativi proprio a seguito di quei due sopralluoghi, ai quali ha preso parte come proprietario dell’abitazione. Oggi al comando provinciale sono intanto proseguite le audizioni di persone informate sui fatti.
Si tratta di alcuni residenti di via Castegnate, la strada dov’è avvenuto l’omicidio.
Per domani non dovrebbero esserci nuove convocazioni di Ruocco e non sono previsti ulteriori sopralluoghi alla casa di via Merelli, né sembra si possa ipotizzare una svolta a breve nelle indagini per risalire all’identità della persona che ha accoltellato per quattro volte, in maniera profonda (tre fendenti si sono rivelati mortali), Sharon.
La vita di Sharon: non sono emerse ombre
Barista con un passato da estetista, la sua vita viene scandagliata in questi giorni da chi indaga proprio grazie alle numerose testimonianze raccolte in caserma. L’obiettivo è comprendere l’ambito in cui è maturato l’omicidio: ma non sarebbero per ora emerse ombre.
Scatcata l’ipotesi di uno squilibrato
Però non convince molto l’ipotesi che ad aggredirla possa essere stato uno squilibrato che ha agito per caso: non si spiegherebbe la ferocia con cui ha sferrato i fendenti, ferocia che solitamente, in casi del genere, lascia intendere un accanimento mirato verso la vittima.
Sharon verzeni 30 luglio 2024 (Ansa)