Proseguono nella sede del Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo le audizioni dei parenti di Sharon Verzeni, alla ricerca della svolta che porti finalmente a risolvere il giallo sull’omicidio della donna, uccisa ormai tre settimane fa a Terno d’Isola.
Questa mattina la prima e essere sentita è stata Maria Rosa Sabadini, madre del compagno della 33enne uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio mentre camminava non lontano da casa. La mamma di Sergio Ruocco è arrivata in caserma poco dopo le 9.30 ed è stata ascoltata per tre ore dagli inquirenti. All’uscita, è salita a bordo dell’auto di alcuni parenti ed è andata via senza rilasciare alcuna dichiarazione ai cronisti. Ieri, in una intervista a Pomeriggio Cinque, la donna aveva lanciato un appello: “Chi ha visto qualcosa, per favore, si faccia avanti. Ci stanno rovinando la vita, a tutti quanti”. E ancora, “non avrei messo la mano sul fuoco se fosse stato mio figlio. Non ho mai pensato a una cosa del genere”.
In mancanza dell’elemento decisivo che porti a identificare l’assassino, gli investigatori stanno ora completando l’audizione di tutte le persone che compongono la sfera relazionale della donna, che negli ultimi tempi si era avvicinata a Scientology ma sulla cui vita non è emersa ancora alcuna ombra. La sfera delle audizioni, oggi, si è allargata ad altri familiari: in particolare nel pomeriggio in caserma sono stati chiamati alcuni zii della 33enne che fino ad ora non erano mai stati ascoltati. E anche domani, spiegano fonti investigative, si andrà avanti così. Non essendoci ancora indagati, tutti vengono sentiti con la formula delle ‘persone informate sui fatti’, per la quale non è prevista la presenza di legali. Lunedì era stata la volta della sorella, del cognato e del fratello di Sharon, ieri invece dei genitori.
Possibile che nei prossimi giorni venga sentito per una terza volta il fidanzato Sergio Ruocco, che la sera del delitto è stato trovato in casa dai carabinieri mentre dormiva. Al termine della giornata, Ruocco dovrebbe trovarsi ospite di amici e per la seconda volta, dalla notte dell’omicidio, non a casa dei genitori della compagna che lo hanno accolto dal giorno dopo l’uccisione di Sharon dopo che la magistratura ha posto sotto sequestro l’abitazione della coppia.
Oltre a movente e a tracce di Dna, manca poi l’arma del delitto, probabilmente un coltello da cucina che non è mai stato trovato. In attesa dei risultati ufficiali dell’autopsia e delle analisi del Ris di Parma sui reperti raccolti sul luogo del delitto e sul corpo di Sharon, si spera ancora che si faccia avanti un ‘supertestimone’ che quella possa aver visto o sentito qualcosa di più di quanto emerso fino a ora. “La morte è inevitabile ma la violenza no. Caino ha colpito ancora e colpisce ogni giorno”, le parole contenute in una lunga lettera anonima scritta a mano su un foglio e lasciata nel luogo dell’omicidio. “Quel coltello maledetto sta colpendo tutti, affondando la sua lama lentamente nei nostri cuori, creando dolore, rabbia, rimpianti”, chiude il messaggio.
Coltellate davanti o sulla schiena
Non è chiaro, però – così emergerebbe dall’analisi autoptica – se Sharon sia stata colpita davanti o alla schiena, se abbia visto o meno il suo assassino e se chi ha affondato i colpi sia mancino o destrorso.
Ieri 7 ore d’interrogatorio ai genitori, indagini sulla vita privata
Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire chi era Sharon, la sua vita, amicizie e relazioni. I genitori hanno lasciato la caserma a tarda sera senza rilasciare dichiarazioni.
Ricostruire la vita privata di Sharon
Non è noto il contenuto degli interrogatori (sono stati sentiti come persone informate sui fatti e dunque senza un avvocato), ma si presume che gli inquirenti si siano concentrati sulla vita privata di Sharon, nella quale i carabinieri stanno scavando per cercare una possibile spiegazione al delitto e risalire così all’assassino.
Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, vogliono scavare a fondo nella vita privata della donna e in questo contesto stanno sentendo ripetutamente tutti i familiari, alla ricerca di uno spunto, di un ricordo, insomma di qualcosa che possa indirizzarli sulla pista giusta.
Dalla vita di Sharon – barista in un locale di Brembate, il ‘Vanilla’, dove tutti la ricordano come affabile ma riservata – non sono emerse ombre. Le riprese video della zona (e oltre) mostrano una ventina di soggetti aggirarsi a Terno e dintorni. Ombre, più che altro. Il killer, invece, non sarebbe stato mai ripreso, forse per fortuna o per accortezza. Un professionista, dunque?
Il compagno di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa in strada a Terno d’Isola, durante i funerali della donna a Bottanuco nel Bergamasco, 3 agosto 2024 (Ansa)
tg3 servizio di Jari Pilati su Sharon Verzeni (Tg3)
Le tracce analizzate dai Ris
La speranza è che le tracce, genetiche, siano rimaste sugli abiti e sul corpo di Sharon. Una risposta in tal senso è attesa proprio dai laboratori del Ris, dove sono sotto esame gli abiti di Sharon, alcuni campioni prelevati durante l’autopsia e qualche coltello recuperato nella zona del delitto.