Oltre 120 tombini scoperchiati, giardini, parchi e perfino una parte del letto in secca del torrente Buliga battuti palmo a palmo, ma ancora nulla di rilevante sarebbe emerso dalla prima giornata di ricerche andata in scena a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, con l’obiettivo di trovare l’arma del delitto o altri reperti utili a risolvere il giallo dell’omicidio di Sharon Verzeni, 33 anni, accoltellata e uccisa il 29 luglio scorso, ormai un mese fa, ma ancora senza un sospettato ufficiale né un movente.
Un altro tassello importante per le indagini riguarda invece il misterioso uomo in bici negli attimi in cui Sharon viene accoltellata. Gli investigatori lo ritengono un testimone chiave. È stato ripreso da più telecamere nella notte del delitto, sulla sua identità sarebbero al vaglio delle ipotesi.
Incrociando gli orari dei filmati che lo inquadrano con quelli degli ultimi fotogrammi con Sharon risulta essersi aggirato nella zona del delitto prima, durante e dopo, prima di “allontanarsi come un razzo”.
Gli ultimi 600 metri di Sharon: quella strada piena di telecamere senza il viso dell’assassino
Si cerca ancora l’arma del delitto
Le ricerche sono iniziate ieri e proseguiranno questa mattina. I carabinieri hanno setacciato via Castegnate per intercettare eventuali reperti utili alla ricostruzione del delitto di Sharon Verzeni, uccisa un mese fa. I militari dell’Arma stanno scandagliando strada e tombini anche per verificare se si trovi proprio qui il coltello usato dal killer. Sul posto anche i volontari del Mu.Re., il Museo Recuperanti di Toscolano Maderno (Brescia) in campo a Terno d’Isola per le ricerche legate alle indagini. Alle operazioni con il metal detector partecipa anche Paolo ‘Gibba’ Campanardi, anima dell’associazione che si occupa del recupero di reperti bellici della Prima Guerra Mondiale e protagonista del programma tv ‘Metal Detective’ di Discovery.
La caccia al ciclista
Le indagini sarebbero arrivate al ciclista per via dei vestiti che indossava e il modello della bicicletta in sella alla quale percorreva contromano la via dell’omicidio e, probabilmente, qualche conferma è venuta anche dell’analisi del traffico telefonico della zona.
Per quale ragione per quasi un mese questo testimone non si sia fatto vivo coi carabinieri e il pm Emanuele Marchisio crea un secondo giallo all’interno di un’inchiesta in cui i militari di Bergamo ma anche del Ros e del Ris, questi ultimi impegnati a rilevare e analizzare tracce di Dna trovate sul corpo, non risparmiano risorse e mezzi.
Denunciato per favoreggiamento sosia Johnny Depp
È stato denunciato per favoreggiamento personale Fabio Delmiglio, il cinquantenne di Brembate di Sopra (Bg), noto per essere il sosia di Johnny Depp. L’uomo lo scorso 24 agosto aveva riferito ai carabinieri della stazione di Ponte San Pietro di essere in possesso di informazioni su Sharon Verzeni, che potevano essere utili alle indagini.
Delmiglio ha poi ammesso di aver reso false dichiarazioni e di essersi ”inventato tutto nella speranza di un possibile ritorno pubblicitario” dalle interviste che sarebbero seguite alla sua convocazione e audizione in caserma.
Sindaco: “Chiuderò le strade”
Per agevolare il lavoro dei militari il sindaco di Terno, Gianluca Sala, ha comunicato che “nei prossimi giorni alcune strade saranno chiuse al traffico per un intervallo di tempo circoscritto e ha chiesto ai cittadini “collaborazione, discrezione e rispetto delle operazioni”.
I conti di Sharon: i soldi per Scientology
Intanto è stato analizzato il conto corrente di Sharon che ha evidenziato dei versamenti per dei corsi a sfondo professionale a Scientology, il movimento spirituale a cui fanno capo i datori di lavoro della vittima nel bar a Brembate, ad alcuni chilometri da Terno.
Le cifre uscite dal conto non sembrano ragguardevoli ma qualcuno ha ipotizzato fossero all’origine di attriti con il compagno, Sergio Ruocco. Una tensione allo stato che rimane sullo sfondo delle indagini.
Il ritorno al lavoro di Ruocco
Intanto Ruocco è tornato al lavoro nell’azienda di Seriate in cui è dipendente come idraulico da oltre 20 anni e che si occupa di impianti energetici.
L’uomo, dopo un tour de force di due lunghe testimonianze, sopralluoghi nell’abitazione in cui viveva con Sharon in via Merelli, ancora sotto sequestro, e appuntamenti quasi quotidiani per ricevere la notifica di atti relativi all’indagine nella caserma di via Delle Valli, ieri non è stato convocato e rimane nella situazione di testimone.
Il compagno Sergio Ruocco con i genitori di Sharon Verzeni (Ansa)
Assente dalle immagini
Quando la notte del delitto i carabinieri lo trovarono a casa dormiva e non compare nelle immagini del percorso che Sharon ha compiuto quella sera per fare una passeggiata con l’obiettivo di perdere peso, come le era stato consigliato.
Il suo alibi ha retto anche perchè è inverosimile che potesse percorrere il tragitto della fidanzata senza essere visto da occhi elettronici o umani.
Ruocco sostiene che chi ha ucciso la compagna è “una persona che Sharon non conosceva”.
E di questo sono convinti anche i genitori della donna che lo hanno accolto in casa loro a Bottanuco.
La prima giornata di lavoro di Ruocco gli è probabilmente servita per cercare di allontanare l’incubo in cui si è trovato, nonostante la solidarietà ricevuta da colleghi e famigliari, dopo una vita tutto sommato faticosamente ordinaria, crollata pochi minuti prima dell’una della notte tra il 29 e il 30 luglio.