L’assoluzione nel processo “è un riconoscimento che ho fatto il mio dovere e mi ripaga di tante amarezze”: torna sull’assoluzione, arrivata ieri, il vicepremier, ministro e leader della Lega, Matteo Salvini, in un punto stampa a Roma, in merito alla sentenza sul caso Open Arms. Ironizzando sulla domanda su un suo eventuale ritorno al Viminale, Salvini ha risposto: “Sto bene dove sto, per ora. Quello che ho fatto al Ministero dell’Interno è stato assolutamente corretto. Se qualcuno negli anni scorsi ha pensato ‘Non puoi tornare al Viminale perché sotto processo, sei potenzialmente un criminale’, questa cosa cade”. Il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti ha precisato: “Detto questo, al Viminale c’è Piantedosi, un amico, un fratello. Non corro per sostituirlo”. A chi gli chiedeva se gli piacerebbe tornare al Viminale, l’ex ministro degli Interni ha risposto: “Il Viminale è una macchina eccezionale. Avere la responsabilità della sicurezza degli italiani e coordinare la Polizia di stato è qualcosa di stupendo”.

Non avevo paura. È una sentenza giusta che mi aspettavo. Devo dire che ieri in tribunale a Palermo ho visto una corretta, giusta e sana separazione di chi giudica rispetto a chi indaga. Ma non sempre è così. Quindi ora la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati di chi sbaglia con dolo è fondamentale” prosegue Salvini, sottolineando che il processo Open Arms “è costato milioni di euro. La riforma della giustizia è ancora più urgente da ieri. Sicuramente, la sentenza di ieri non metterà più nessun ministro in difficoltà nel suo lavoro”.

“Ho un migliaio di messaggi a cui non sono ancora riuscito a rispondere, mi ci dedicherò fra domani e dopo. Non penso che Trump abbia il tempo di mandare messaggi al ministro Salvini. Mi ha fatto molto piacere il sostegno di Elon Musk, che ritengo persona illuminata” ha chiarito il vicepremier, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se dopo la sentenza di ieri avesse sentito Trump o Musk.

“Se ho sentito Conte? No, ma a me, onestamente, di Conte lo smemorato interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale perché non voglio il male di nessuno. Ma io non sono abituato a fuggire dalla mia responsabilità, a differenza di altri” ha risposto a chi gli chiedeva di eventuali contatti col leader dei 5stelle, che era premier all’epoca della vicenda Open arms. “Quando faccio una cosa, ci metto la faccia, non sono abituato a cercare capro espiatorio o colpevoli. In quel tribunale ho sempre detto ‘rivendico tutto quello che ho fatto’, e se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con me” ha puntualizzato.

Pare che l’Ong voglia fare appello, voglia fare ricorso. Auguri. Ieri avevano un po’ i musi lunghi, mi spiace per loro, andranno a festeggiare con Soros. Però è stata una bella giornata” ha aggiunto polemicamente il titolare di piazza Pia.

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