La giunta di Udine non ha mai visto di buon occhio l’idea di ospitare il match tra Italia e Israele il 14 ottobre:Abbiamo già dato l’anno scorso“, ha detto il sindaco De Toni, con riferimento alla stessa partita giocata lo scorso anno per la Nations League.

Per quanto di competenza del Viminale “la partita di calcio Italia-Israele, in programma allo stadio di Udine e valida per le qualificazioni ai Mondiali, si può giocare regolarmente”, così fonti del ministero dell’Interno contattate dall’ANSA. 

Il sindaco della città friulana, Felice DeToni, aveva auspicato un rinvio del match e, dopo gli sviluppi della guerra a Gaza e la petizione “Stop the game” che ha superato le 20mila firme, ha dichiarato: “La situazione internazionale si è inasprita, noi non abbiamo l’autorità per cancellarla visto che riguarda Uefa, Federcalcio e Udinese che ha concesso lo stadio, ma ritengo la partita inopportuna. Anche per ragioni di ordine pubblico con le manifestazioni che potrebbero essere più forti dell’anno scorso, mi auguro che sia almeno rimandata“. 

Contraria l’opposizione: “Non ci sono stati problemi di ordine pubblico l’anno scorso, dove Udine si è dimostrata civile anche nelle proteste, cosa cambia ora?” dice Francesca Laudicina della Lega.

Concorde la collega di Fratelli d’Italia, Ester Soramel: “A mettere in pericolo Udine non sarà la partita fra due nazionali le cui tifoserie sono notoriamente innocue, ma i cortei che varie associazioni manovrate da partiti di sinistra e movimenti anarchici stanno organizzando con una vera e propria chiamata alle armi. Confidiamo che il Prefetto non le autorizzi lo stesso giorno della partita”.

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