La terza lettura della riforma della Giustizia passa alla Camera: 243 i sì, 109 i no.
Molti, ma non sufficienti per evitare, nel momento in cui venisse definitivamente approvata al Senato in quarta votazione, il referendum confermativo. Non si è infatti arrivati a quota 267, ovvero ad un voto positivo da parte dei due terzi dei deputati.
La discussione, come nel dibattito che ha preceduto le due votazioni precedenti, è stata accesa. Aula strapiena e l’innesco della discussione è proprio subito dopo il voto. Troppo “esultanti” i ministri della maggioranza, secondo le opposizioni, che invece dovrebbero venire in Aula per affrontare la questione Gaza e i rapporti con Israele. Alcuni parlamentari delle opposizioni si avvicinano ai banchi del governo. Volano parole pesanti, qualche contatto fisico e si arriva quasi alla rissa. Per tutta la giornata parlamentare di ieri il tema Gaza e Israele ha infuocato il dibattito.
Tg2 di Marcella Maresca su Matteo Salvini (Tg2)
La notizia dei due container di esplosivi diretti ad Haifa bloccati nel porto di Ravenna prima, poi la denuncia dei parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra: Israele ha ritirato i loro visti. In questo clima già piuttosto pesante, le parole del vice premier Matteo Salvini gettano benzina sul fuoco. Commentando l’operazione in corso a Gaza, afferma che “Israele ha tutto il diritto di garantirsi un futuro sereno” e rivendica di essere il suo “migliore amico in Italia”.
Dal Pd la segretaria Elly Schlein attacca a testa bassa l’esecutivo e rivendica le posizioni critiche nei confronti di Israele prese da alcuni enti locali di centrosinistra: “Le nostre amministrazioni stanno facendo quello che il governo ancora non fa, prendendo una posizione chiara per le sanzioni contro Netanyahu”. Il riferimento è ai comuni di Rimini e Ravenna, ma in giornata anche Roma batte un colpo issando la bandiera della Palestina sul Campidoglio. La mozione approvata dall’Assemblea capitolina condanna l’offensiva dell’esercito israeliano a Gaza e chiede al governo italiano di farsi portavoce, nelle sedi internazionali, del rispetto del diritti.

La Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein (Ansa)
Dopo il voto sulla separazione delle carriere, il termometro continua a segnare temperature altissime a Montecitorio, dove – dopo una breve sospensione – il focus si è spostato definitivamente su Gaza. I deputati di centrosinistra protestano con veemenza (“siete complici!”, urla Riccardo Ricciardi del Movimento 5 stelle) e tornano a circondare i banchi del governo reclamando risposte sul “genocidio”, fino a quando i loro rappresentanti non vengono convocati dal presidente Lorenzo Fontana. “Abbiamo occupato l’aula”, fa sapere il movimento 5 stelle a seduta interrotta. “Non siamo disponibili a riprendere i lavori in assenza di comunicazioni del governo – possibilmente di Meloni – che portino ad un voto su Gaza”, annunciano anche Pd e Avs.
Così il programma assembleare, in cui figurava il voto sulla giornata di San Francesco, slitta alla prossima settimana. Ma la scia di polemiche non si arresta e sfocia in un duro scambio di accuse tra il M5s e Forza Italia. Tajani riferisce di minacce ai rappresentanti del governo durante la bagarre. Il pentastellato Leonardo Donno, a sua volta, punta il dito contro il capogruppo di Fi Paolo Barelli: “lui sì che mi ha minacciato”. “Provocatori seriali”, replicano gli azzurri. Le immagini che saranno visionate dall’ufficio di presidenza diranno con precisione come sono andate le cose.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Tg1)
Polemiche a parte, per il Governo la giornata è stata storica per il traguardo tagliato sulla giustizia: “Continueremo a lavorare per dare agli italiani un sistema giudiziario sempre più efficiente e trasparente”, afferma la premier Giorgia Meloni. “Si compie un percorso cominciato trent’anni fa, con le battaglie garantiste del presidente Berlusconi”, scandisce il leader forzista. Mentre Salvini dedica il traguardo a “Enzo Tortora. Ironizza il ministro della giustizia, Carlo Nordio: “Per la cronaca di chi ritiene che sia dedito all’alcolismo, vado a festeggiare questa bellissima giornata con uno spritz”, la battuta al termine dei lavori d’aula.
Poi arriva il commento dell’Associazione Nazionale Magistrati che prende atto del voto. “Rinnoviamo il nostro impegno in vista del referendum, per informare tutti gli italiani sui pericoli del disegno di legge Nordio. E lo faremo a partire dall’assemblea nazionale del 25 ottobre a Roma. Questa riforma toglie diritti ai cittadini, non danneggia i singoli magistrati ma mette a rischio l’equilibrio fra poteri definito dalla nostra stessa Costituzione”.
Magistrati (Associazione Nazionale Magistrati)