Su Sky e Now la storia delle due star che hanno incrociato vite e carriere dagli anni 50 in poi
Dopo aver parlato dei divi nostrani, ecco The last movie stars», gli ultimi divini del cinema, stavolta è una coppia americana, gran coppia di coniugi, meno litigarelli di Liz e Burton, incontratisi nel 52, benedetti da amore, successo, molti figli, 19 volte partner sullo schermo, anche se non sono certo mancati momenti di sconforto in cui la vita tornava in bianco e nero, piena di dolore, come la morte per overdose nel ’78 del figlio Scott, a 28 anni: stiamo parlando di Paul Newman (1925-2008) e Joanne Woodward, i migliori allievi della scuola di Lee Strasberg.
Sono loro le star della bellissima serie (Sky documentari e NOW on demand) in cui raccontano, con le voci di attori e registi amici e dei veri figli, come hanno incrociato le loro vite e le loro carriere dagli anni 50 in poi. Entrambi hanno cominciato in teatro a Broadway (dove Newman oltre che in “Picnic” e “Ore disperate”), è stato anche Platone!) che la Woodward non abbandonò mai, poi come sempre accade sono stati richiesti dal cinema. Mentre la bellissima Joanne fu la prima a diventare diva e a vincere l’Oscar già nel ’57 con “La donna dai tre volti”, uno dei film che mettevano in pratica gli insegnamenti della psicanalisi, Paul, i più begli occhi azzurri del cinema, di nascita mezzo protestante e mezzo ebreo, conquistò a sua volta lo status di divo, acclamato dalle folle.
Ma quando si sposarono Joanne divenne madre di famiglia e Paul sfondò nel cinema con i migliori registi su piazza, da Wise a Ritt a Rossene poi Pollack, Rosenberg e tanti altri. Se l’inizio era stato deprimente (racconta “Il calice d’argento” come uno dei momenti peggiori della sua carriera), con “Lassù qualcuno mi ama”, Paul divenne popolarissimo: era un film sulla boxe, sul campione Rocky Graziano, ed aveva preso il posto dell’amatissimo James Dean. I titoli della coppia che si amava dal primo al secondo tempo vanno dall’alta borghesia americana (“Dalla terrazza”) alla campagna sudista faulkneriano (“La lunga estate calda”). Ma l’attore divenne amato anche giocando a biliardo nello “Spaccone”, sfoggiava tutta la sua sensualità, prima che la passione per le gare di auto lo inghiottisse in età avanzata.
Prodotta da HBO e da Martin Scorsese in sei puntate, dirette e commentate da Ethan Hawke che ha organizzato il lavoro, la serie, presentata alla Festa di Roma, conta su colleghi famosi che hanno volentieri dato la voce ai protagonisti seguendo la raccolta di cassette audio originali, quasi tutte distrutte, ma le cui trascrizioni sono state ritrovate da Stephanie Newman. Clooney parla come fosse Newmwn, Laura Linney fa la Woodward, e poi Zoe Kaan, Ewan McGregor, lo stesso Scorsese, Sally Field, Mark Ruffalo e James Ivory che li diresse nell’ultimo film in coppia “Mr. e mrs. Bridge”. Grandi gala, spesso in tv intervistati da Letterman, premi al festival di Cannes, anche se Newman dovette penare molto per l’Oscar e quando lo vinse, per “Il colore dei soldi”, non andò a ritirarlo ma ne ebbe anche uno alla carriera.
Oltre alle cassette vediamo rari e preziosi materiali di repertorio, soprattutto gli inizi teatrali e home video di famiglia (meglio usare il plurale, Paul aveva già moglie e due figli quando incontrò Joanne), la serie è un pezzo di storia del miglior cinema americano (Paul lavorò anche due volte con Altman e con Lumet) e non mancano scene da un matrimonio durato mezzo secolo con momenti di alterna depressione dopo il suicidio del figlio che l’attore continuò tutta la vita ad onorare e aiutare con beneficienza, inventandosi una salsa, un “dressing”, che fu ed è ancora vendutissima. Un bell’equilibrio tra i filmati d’epoca, le interviste con amici e parenti e anche con scrittori famosi come Gore Vidal: fu lui a definirli “last movie star”, ed erano anche eccellenti interpreti anche se il segreto era sembrare che non recitassero. Il segreto dell’unione? Dicevano: “Combinazione di lussuria, rispetto, pazienza e determinazione”. E anche la fortuna di occasioni formidabili, per lei belle protagoniste femminili e per lui il dittico di Roy Hill “Butch Cassidy” e “La stangata” in cui Newman fa coppia con l’amico Redford, entrambi attivisti democratici (Newman era al nono posto tra i nemici di Nixon) e intellettuali non a tempo perso (Newman amava Thomas Wolfe e Camus).
È un prodotto per cinefili, un po’ di nicchia mentre Sky informa che il remake italiano di “Call my agent” ha superato le aspettative, perché il primo episodio, quello con Cortellesi ha superato, dopo poche settimane, 1,9 milioni di contatti unici: il miglior debutto di una serie Sky original nell’ultimo anno. Tornando all’ultima coppia di divi del cinema, oggi ne resta una parte sola, cioè Joanne, che era stata la più forte e che nel secondo tempo della sua carriera fece molto teatro come insegnante e produttrice. Mrs. Woodward, nata nel ‘30 nella Georgia, ha avuto grandi successi anche in film diretti dal marito, compreso “Zoo di vetro” di Williams, ma purtroppo da alcuni anni soffre, protetta dalle figlie, del morbo di Alzheimer e quindi cinema e vita le si confondono.
5 aprile 2023 (modifica il 5 aprile 2023 | 08:04)
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