Per le opposizioni lo spacchettamento è segno di una maggioranza allo sbando

Le opposizioni hanno reagito con estrema durezza allo stallo e alla successiva decisione del governo di stralciare gran parte del maxiemendamento, concentrando i propri attacchi sul tradimento delle promesse elettorali e sulla confusione interna alla maggioranza.

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha definito le misure previdenziali ipotizzate come una vera e propria stangata, parlando apertamente di un furto ai danni sia dei giovani che degli anziani. Schlein ha accusato l’esecutivo di voler fare cassa sulla pelle di chi ha studiato e lavorato, sottolineando come l’allungamento dell’età pensionabile rappresenti l’ennesimo tradimento rispetto alla promessa di superare la legge Fornero.  “Meloni campionessa di incoerenza, ha tradito tutti gli impegni presi in campagna elettorale, quando con Salvini promettevano di abolire la legge Fornero” 

“Siamo di fronte al caos, la manovra dovrebbe arrivare in aula il 22 dicembre e invece, per il match tra Giorgetti e Salvini, questo governo rischia di portare il paese all’esercizio provvisorio”, chiosa il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia. “Siamo all’auto-ostruzionismo della maggioranza”, dice il capogruppo di Avs Peppe De Cristoforto.

Sul fronte del Movimento 5 Stelle, il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli ha definito surreale il comportamento della Lega. Secondo l’esponente pentastellato, è paradossale che il partito che esprime il Ministro dell’Economia si scagli contro i “burocrati del Mef” per bloccare norme scritte dal suo stesso governo, definendo l’intera vicenda come il segnale di una maggioranza allo sbando e incapace di governare i processi parlamentari.

Stefano Patuanelli (Rainews24)

Anche le altre forze di minoranza hanno alzato i toni del confronto politico. Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra ha chiesto che il governo chieda scusa agli elettori per aver tradito la fiducia dei cittadini, mentre dai banchi del Partito Democratico i senatori Francesco Boccia e Daniele Manca hanno denunciato come la manovra sia stata apparecchiata fuori dal Parlamento, riducendo le aule a semplici uffici di ratifica di decisioni prese altrove per sanare i conflitti tra i partiti della coalizione di destra.

Francesco Boccia (rainews)

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