Il punto di rottura era arrivato nei giorni scorsi con l’approvazione del ’Big beautiful bill’, il budget voluto dal presidente Usa Donald Trump che in 940 pagine dà sostanza a tutte le sue promesse elettorali e che per il tycoon avrebbe la capacità di “rilanciare l’età dell’oro”. Un provvedimento avversatissimo da Elon Musk secondo cui il Paese rischierebbe la bancarotta con l’aumento del deficit a 2.500 miliardi di dollari. 

Ma lo scontro tra i due supermiliardari dopo la luna di miele iniziale covava da mesi ed era culminato nell’addio di Elon Musk al Doge, il Dipartimento dell’efficienza governativa dal cui vertice il presidente Usa lo aveva di fatto congedato il 29 maggio scorso. Dopo settimane di tensione, il risultato è la nascita dell’America Party, terzo partito guida, benedetto dai sì che sarebbero arrivati sul social X dove Musk (che ne è proprietario) ha ottenuto un 65% di via libera a fronte di un 35% di no, sulla proposta di un terzo attore nella politica americana, accanto a repubblicani e democratici. 

Un partito sdoganato nella data simbolica del 4 luglio e “nato per restituirvi la libertà”, ha twittato a caldo nella notte il patron di Tesla. E che anche in vista delle elezioni di Mid Term rischia sgretolare il consenso trumpiano, ottenendo tra il 5 e il 10% dei consensi, ridando fiato agli indeboliti avversari democratici.

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