Si prospetta un’altra giornata nera per le borse europee, dopo le chiusure negative di giovedì e venerdì scorso.

Milano affonda di 4 punti percentuali, registrano perdite superiori al 2% Francoforte, Parigi e Madrid, mentre Londra cede l’1,9%.

Si teme l’escalation del conflitto in Medio Oriente. E soprattutto è totalmente cambiata la chiave di lettura dei mercati finanziari sull’economia reale: per mesi ogni dato di rallentamento veniva salutato con rialzi azionari perché raffredava l’inflazione e aumentava le possibilità di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed. 

Ora invece prevale la preoccupazione per una possibile recessione negli Stati Uniti: da ultimo, venerdì, l’aggiornamento sul mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione salito a luglio al livello più alto in quasi tre anni.

Così Tokyo ha chiuso una seduta da dimenticare, la peggiore dal 1987. La borsa del Giappone è crollata del 13,4%, colpita anche dalle molte vendite per prese di profitto, con gli investitori stranieri che si sono ritirati in massa mentre lo yen giapponese si è apprezzato fortemente. Più contenuti i cali delle borse cinesi, che già si muovevano sui minimi degli ultimi cinque mesi: Shanghai scende dell’1,2%, Hong Kong del 2%.

In questo quadro sono decisamente negativi anche i future di Wall Street.

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