Servirà almeno un altro mese per avere maggiori dettagli sulle tracce di dna trovate su oggetti e abiti sequestrati dopo l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a Rimini un anno fa, nel suo condominio.
Il genetista incaricato dal giudice ha chiesto infatti più tempo per analizzare i reperti, su cui sono stati isolati profili appartenenti a tre diversi uomini, secondo quanto riportano i consulenti scientifici di parte. 
Quasi scontato che uno dei tre sia quello di Louis Dassilva, il 34enne senegalese in carcere come unico indagato. Le analisi infatti sono state fatte sui suoi pantaloni e sul coltello trovato a casa sua, oltre che sui vestiti di Pierina e sui muri dei garage dove è stata uccisa. 
Gli altri due profili potrebbero essere quelli di soccorritori o poliziotti intervenuti sul posto. Oppure aprire nuove piste investigative. 
Per gli accertamenti su dna e sangue verrà usato anche un macchinario in arrivo dagli Stati Uniti: si chiama “crime-lite”, una sorta di torcia potentissima e multispettrale, che rinviene anche impronte o fluidi corporei, capace di captarne resti persino dopo eventuali pulizie.
L’udienza davanti al Gip è stata rinviata al 2 dicembre, gli esiti degli esami dovrebbero arrivare invece a fine novembre. In corso anche gli approfondimenti sui video delle telecamere e sui dispositivi elettronici di Dassilva: tanti pezzi di un puzzle ancora da ricomporre.

Il servizio di Sara Scheggia, montato da Emanuele Righi.

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