Un disegno di legge che prevede una stretta sui controlli sulle piscine. E’ quanto prevede il disegno di legge quadro, approvato il 30 luglio in Consiglio dei Ministri, a firma del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, per assicurare in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale la salute e la sicurezza nelle piscine.

L’annegamento è una delle cause di morte per incidenti nella vita quotidiana. Nel 2023, come emerge dagli organi di stampa, numerosi sono stati i casi in cui bambini hanno perso la vita per annegamento nelle piscine“, emerge dalla bozza della legge quadro per la salute e la sicurezza nelle piscine. “I dati stimati mostrano che nelle piscine annegano ogni anno dalle 30 alle 40 persone“, si legge ancora nella relazione illustrativa del ddl, e “anche le piscine domestiche hanno contribuito a elevare il numero di incidenti e di annegamenti, con il 53% degli annegati nelle piscine che sono bambini fino a 9 anni“.

Le sanzioni per i gestori

Tra le regole proposte dal ddl, in particolare, spicca l’introduzione di una apposita regolamentazione delle piscine domestiche, con la prescrizione dell’utilizzo di appositi dispositivi di sicurezza. Il disegno di legge prevede, in particolare, una stretta anche sulle sanzioni. Nel dettaglio, per il gestore della piscina che non assicura l’assistenza o la sorveglianza dei bagnanti viene inflitta una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1000 a euro 6000. Non solo, perché a chi consente l’accesso all’area frequentatori ad un numero di frequentatori superiore al massimo ammissibile, è prevista “l’irrogazione della sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 100 maggiorata di euro 5 per ogni frequentatore in più fino al 29% del numero massimo ammissibile e di euro 10 per ogni frequentatore in più oltre il 29% del numero massimo ammissibile”.

Copertura esterna per le piscine domestiche

Nell’articolo 23, che fa il punto sulla regolamentazione dedicata a chi ha una piscina domestica, le cosiddette «piscine di categoria B», si legge che queste vasche devono essere dotate di dispositivi di sicurezza per garantire igiene, prevenzione degli incidenti e soprattutto ridurre il rischio di annegamento. Così, oltre a un salvagente anulare ogni 100 metri quadrati, è previsto anche un «dispositivo di protezione» che serva a chiudere la piscina e annullare il rischio di incidenti. Si può scegliere tra una barriera invalicabile oppure un telo rigido

Più controlli e aumentano anche le sanzioni

Poi, stretta anche sui controlli nelle piscine aperte al pubblico. Il disegno di legge prevede un doppio livello di supervisione: uno interno, a carico del gestore della piscina, e uno esterno, affidato alle Asl. Le aziende sanitarie locali, «ove verifichino nell’ambito delle attività di controllo, situazioni di assenza o di non corretta redazione del piano di autocontrollo», potranno imporre dei correttivi «in base alla gravità del caso». Ma oltre alle sanzioni amministrative – se i comportamenti scorretti vengono reiterati – le Asl potranno disporre anche la chiusura dell’impianto. Nel dettaglio, per il gestore che non garantisce l’assistenza o la sorveglianza dei bagnanti è prevista una sanzione amministrativa compresa tra i 1.000 e i 6.000 euro. A rischiare la multa è sempre il gestore anche in caso di superamento del numero massimo di bagnanti o frequentatori ammessi in vasca: la sanzione parte da un importo base, a cui si aggiunge una quota proporzionale al numero di persone in più presenti in piscina.

Condividere.
Exit mobile version