Una comunità sempre più grande che non riesce a fare i conti con i propri disagi.

E’ quella dei giovani che, secondo un sondaggio realizzato dal portale studentesco Skuola.net assieme agli psicologi e psicoterapeuti dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, Cyberbullismo), su un campione di 3.062 ragazze e ragazzi tra gli 11 e 19 anni, ammettono di soffrire di disturbi legati alla sfera emotiva e psichica.

Tristezza, solitudine, irrequietezza, addirittura rabbia, soprattutto verso se stessi. Che si traducono in disturbi del sonno, alimentari, dipendenze di vario tipo per “anestetizzarsi”. E, nei casi peggiori, in ansia cronica, attacchi di panico o in varie forme di autolesionismo e violenza. Eccoli i compagni di banco di una fetta sempre più importante degli studenti e delle studentesse italiani.

Circa 2 su 3 affermano, infatti, di sentirsi sempre o spesso tristi, nella stessa proporzione avvertono con la medesima frequenza di essere soli contro il mondo, oltre 1 su 2 il più delle volte tende ad agire senza pensare, più o meno gli stessi si sentono intimamente arrabbiati con gli altri, mentre ben 3 su 4 se la prendono con loro stessi. Anche perché 2 su 3 provano frequentemente solitudine.

Così scatta la caccia al diversivo: almeno 2 su 3 spesso e volentieri cercano volontariamente situazioni o passatempi – come ad esempio lo scrolling infinito sui social, la visione compulsiva di serie tv o interminabili sessioni videoludiche – per non pensare.

Depressione Ansia (Pixabay)

Dal cervello al corpo

Il corto circuito che ogni tanto, se non quotidianamente, mette a dura prova il cervello, puntualmente dalla testa si trasferisce al corpo. Manifestandosi sotto varie forme, tutte ugualmente preoccupanti. Oltre 8 intervistati su 10 raccontano di provare costantemente un senso di stanchezza fisica, che rallenta lo svolgimento degli impegni giornalieri, studio compreso.

Più di 4 su 10 tendono a mangiare molto poco o a non provare mai fame; mentre circa 1 su 2, al contrario, con una certa frequenza si ritrova a mangiare compulsivamente, senza sentire il senso di sazietà; difficile trovare un equilibrio tra i due estremi. O, ancora, più di 6 su 10 fanno sovente fatica ad addormentarsi o hanno il sonno agitato.

Gli attacchi di panico e il giudzio degli altri

E poi ci sono i casi estremi. Quando il malessere emotivo esplode e si trasforma in veri e propri attacchi di panico. Un fardello che attanaglia, stando alla ricerca, oltre la metà dei giovani interpellati: il 52% dice di averne avuto almeno uno. E non è detto che non accada di nuovo.

La fonte di tutto questo stress? Un ruolo preponderante va attribuito, purtroppo, alla scuola. Il luogo che in teoria dovrebbe mettere in mano alle ragazzi e ai ragazzi gli strumenti per interpretare nel modo corretto la realtà, ha invece l’effetto opposto.

Restando sul tema “attacchi di panico”, è il 39% degli intervistati – circa tre quarti di quanti ne soffrono – a riportare di averne avuto uno in classe o nel tragitto casa-scuola al solo pensiero di dovere entrare in quel posto. Il motivo è presto detto: una delle cose che tanti adolescenti non riescono a gestire è proprio il giudizio degli altri, siano essi coetanei o adulti.

Ad esempio, il 56% dice di sentirsi spesso o sempre turbato o preoccupato quando si trova al centro dell’attenzione di compagni o insegnanti; il 67% prova di frequente disagio al cospetto dei voti scolastici, il 72% avverte tale malessere in occasione di interrogazioni e compiti in classe. E, più in generale, quasi 2 su 5 provano questo tipo di sensazioni quando sono a scuola.

Una scuola che per molti viene vissuta in maniera opprimente non solo quando si è in aula ma anche fuori: quasi 8 su 10 provano spesso o addirittura sempre la sensazione fisica di non farcela a terminare le sessioni di studio individuale o teme di non avere mai tempo di terminarli.

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