L’unica cosa certa al momento la raccontano queste immagini: il battello della guardia costiera che, intorno alle 17, porta sul molo di Porticello il cadavere di un subacqueo impegnato nel recupero del relitto del Bayesan. Aveva 39 anni, era olandese e lavorava per la compagnia internazionale incaricata di riportare in superficie il veliero naufragato lo scorso agosto, qui al largo di Porticello. Le immersioni preparatorie dei sommozzatori partono da queste 2 enormi chiatte munite di gru, l’ultima è arrivata solo ieri dal porto di Termini Imerese. Il sub che ha perso la vita era uno dei 70 super specialisti che formano l’equipaggio. L’incidente è avvenuto sul fondo del mare, a 49m di profondità, vicino allo scafo. Ancora poco chiara la dinamica esatta in un primo momento si era pensato a un’esplosione, ma la Croce Rossa riferisce che dopo una prima ispezione il corpo non presenti lesioni né ustioni. Sembra più accreditata l’ipotesi di un malore che avrebbe colto l’operaio sott’acqua, saranno le indagini a chiarirlo. Se non ci saranno battute d’arresto le operazioni di recupero dovrebbero concludersi entro la fine del mese di maggio, quando il relitto verrà portato a Termini Imerese e ispezionato dagli investigatori della procura che indaga sul naufragio che ha causato 7 vittime. L’incidente di oggi allunga la sequela di morti collegati a questo naufragio anche a mesi di distanza.

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