“Meloni come Kirk”. È la scritta comparsa su un muro della stazione ferroviaria di Porta Susa a Torino. A commentarla è stata direttamente la premier Giorgia Meloni in un post su X: “L’hanno scritto come minaccia. Ma chi vive di odio e intimidazioni non sarà mai come Charlie Kirk, perché non conosce il valore del dialogo, del confronto e della democrazia. Essere accostata a lui è motivo di orgoglio: Kirk ha fatto della sua vita una battaglia per la libertà di pensiero”. 

“Chi scrive minacce sui muri prigioniero della violenza” 

Sempre su X, Meloni ha poi aggiunto: “Chi scrive minacce sui muri resterà sempre prigioniero della violenza. Noi continueremo a camminare liberi, forti delle nostre idee”. 

Salvini e Crosetto: “Da Pro Pal minacce inaccettabili” 

Alle parole della premier si è aggiunto anche il sostegno del leader della Lega, Matteo Salvini, e del ministro della Giustizia Guido Crosetto, che hanno definito le scritte comparse a Porta Susa “minacce inaccettabili”. “Si respira un clima d’odio preoccupante, che va fermato”, ha scritto Salvini su X. “Le scritte di sedicenti “pro-Pal” che hanno bloccato la stazione di porta Susa a Torino e che minacciano altre azioni simili in questi giorni, ma che, soprattutto, minacciano e ‘augurano’ alla presidente del Consiglio di fare ‘la stessa fine di Kirk’ sono indegne di ogni tipo di confronto politico e democratico, anche il più acceso. Sono minacce inaccettabili, irricevibili e che, spero, susciteranno orrore, sdegno e presa di distanza da ogni vero e sincero democratico. Non è questo il modo per confrontarsi, in nessuna sede e in nessuna occasione”, ha riferito Crosetto. “Mi auguro che tutti, sia nell’opposizione che nel Paese, se ne redano conto e prendano, immediatamente, le distanze da questi atti e da tali manifestazioni. Le parole rischiano di diventare pietre. Spero per tutti noi che non lo diventino mai e poi mai. Un abbraccio fortissimo, Giorgia”, ha concluso.

Occupazione binari a Torino, in corso identificazione autori

La Digos della Questura di Torino è al lavoro per identificare gli attivisti Pro Palestina che ieri hanno occupato per circa due ore i binari della stazione di Porta Susa. Gli investigatori hanno acquisito immagini e filmati di videosorveglianza: i reati ipotizzati sono blocco di strada ferrata e interruzione di pubblico servizio.  

L’occupazione è avvenuta a margine della manifestazione in solidarietà alla Global Sumud Flotilla, che aveva radunato circa tremila persone. Nella stazione sono entrati circa sette cento attivisti, in gran parte vicini ai centri sociali, ai collettivi universitari, all’area antagonista e anarchica. Durante il blitz sono comparse scritte sulle banchine con minacce rivolte alla premier Giorgia Meloni. 

Ai domiciliari 17enni Milano

Due minorenni, un ragazzo e una ragazza, agli arresti domiciliari e con pure il divieto di andare a scuola; due studentesse poco più che ventenni conl’obbligo di firma e una quinta persona rimessa in libertà. Si chiude così il primo capitolo della vicenda giudiziaria nata dal corteo Pro Pal di lunedì scorso a Milano, in cui un gruppo composto da antagonisti, anarchici, maranza e liceali, fuori controllo, ha caricato di tensioni e tafferugli una manifestazione che doveva essere pacifica, come è stata in gran parte delle città italiane. Le due giovani universitarie, legate al centro sociale Lambretta, sono state rilasciate qualche ora dopo il loro fermo con l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.

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