Come da calendario, è iniziato oggi il processo a carico di Chiara Petrolini, la 22enne di Vignale di Traversetolo accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei due figli appena nati. I piccoli secondo l’accusa, sarebbero stati partoriti e sepolti nel giardino della villetta di famiglia nel 2023 e nel 2024 al termine di due gravidanze portate avanti all’oscuro da tutti. 

La Corte ha accettato la richiesta, da parte della difesa, della perizia psichiatrica forense in questa prima udienza che prende le mosse dalla Corte di assise di Parma. 

Il legale della donna ha ricordato che in merito alla condizione psichica della donna le consulenze dell’accusa e della difesa hanno dato esiti opposti: per quella dell’accusa, Chiara Petrolini era capace di intendere e volere al momento dei delitti, mentre è stata ritenuta capace per quella della difesa. 

La giovane è arrivata in anticipo rispetto all’ora di inizio del processo a bordo di un’auto dei carabinieri; in aula sono presenti anche l’ex fidanzato, Samuel Granelli, insieme ai suoi genitori, tutti costituiti parte civile mentre i giornalisti presenti catturano il momento in cui il padre dà una carezza al volto della ragazza.

Il presidente della Corte, Alessandro Conti, ha autorizzato le foto in aula solo i primi cinque minuti dell’udienza. La difesa non ha dato il consenso ad essere fotografata.

 

L’avvocato che assiste l’imputata, Nicola Tria, ha anche ricordato che il Gip aveva rigettato la richiesta di incidente probatorio sul tema. “Sarà compito vostro capire – ha detto ai giudici – se sia già opportuno disporla adesso o più avanti. Rimetto a voi la decisione sulla perizia psichiatrica che fin d’ora chiedo sia espletata”.  La pm Francesca Arienti non si è opposta alla richiesta, ma ha suggerito ai giudici di attendere almeno una parte di istruttoria. 

“Non c’è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica”, ha detto, spiegando di comprendere la ragione per cui si chiede di indagare la mente dell’imputata e cioè dare una risposta alla domanda su come sia possibile pensare che una persona abbia ucciso per due volte, a distanza di un anno, i due figli neonati”. 

“Non c’è nulla nella cartella clinica dell’imputata di psichiatrico o psicologico”, ha ribadito, sottolineando che nelle testimonianze si ricostruirà come le persone che la conoscevano descrivevano una “vita da ragazza modello”.   

La difesa ha ribattuto che lo psichiatra che l’ha seguita “fin da subito ha parlato di disturbo della personalità con stato dissociativo”.

Chiara Petrolini dopo un breve periodo agli arresti domiciliari si trova in carcere dallo scorso ottobre: la Cassazione aveva annullato, con rinvio a una nuova decisione del tribunale del Riesame di Bologna, la decisione sulla custodia perché ritenuta capace di reiterare il delitto.

A far venire la vicenda alla luce, nella casa di Vignale, era stata nell’agosto del 2024, la nonna della ragazza che aveva trovato il corpo di un neonato dissepolto dai cani di famiglia scavando nel giardino della proprietà. 

Il primo piccolo trovato sotto terra è poi risultato essere – a seguito degli accertamenti svolti dagli inquirenti – il secondogenito: il 7 settembre, infatti, vennero scoperti i resti di un altro piccolo, il primo figlio partorito da Chiara. 

A far venire la vicenda alla luce, nella casa di Vignale, era stata, lo scorso 9 agosto, la nonna della ragazza che aveva trovato il corpo di un neonato dissepolto dai cani di famiglia scavando nel giardino della proprietà. 

Il primo piccolo trovato sotto terra è poi risultato essere – a seguito degli accertamenti svolti dagli inquirenti – il secondogenito: il 7 settembre, infatti, vennero scoperti i resti di un altro piccolo, il primo figlio partorito da Chiara. 

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