Estate 2019: l’anno del braccio di ferro tra governo e ong per lo sbarco dei migranti. Il 1 agosto la OpenArms soccorre 124 migranti in acque internazionali e chiede l’assegnazione di un porto sicuro. Italia e Malta lo negano. Il 9 agosto gli avvocati della ong fanno ricorso al tribunale dei minori che verranno fatti scendere tre giorni dopo. Alla Open Arms viene chiesto di andare in Spagna, stato di bandiera della nave. Ma il comandante sulla base delle norme internazionali chiede il porto sicuro più vicino e resta davanti Lampedusa. Intanto vengono soccorse altre 39 persone mente il TAR del Lazio sospende il divieto di ingresso ordinato dal ministro dell’Interno.
La ONG presenta anche un esposto alla procura di Agrigento. Scesi i più vulnerabili sulla nave restano ancora 88 migranti: dopo 18 giorni in mare la situazione è diventata insostenibile con problemi igienico sanitari e la tensione alle stelle: tanto che una decina di giovani si gettano a mare sperando di raggiungere Lampedusa a nuoto. Il 20 agosto, l’allora procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sale a bordo e ordina lo sbarco immediato. Subito dopo, la procura di Agrigento iscrive il ministro dell’Interno nel registro degli indagati. Le carte in seguito trasmesse per competenza al tribunale dei ministri di Palermo che formula per Matteo Salvini l’imputazione di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. A differenza della precedente richiesta sul caso Diciotti, il Senato autorizza a procedere: il 17 aprile 2021 il gup dispone il rinvio a giudizio e il 15 settembre comincia il processo.