Il pubblico ministero di Genova Walter Cotugno ha chiesto la condanna a 18 anni e sei mesi per l’ex Ad di Autostrade Giovanni Castellucci, tra i 57 imputati il crollo del ponte Morandi, avvenuto 14 agosto 2018, che costò la vita a 43 persone.
A Castellucci sono contestati gli omicidi colposi delle 43 vittime e il reato di crollo, mentre la procura ha chiesto l’assoluzione per il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti e per l’aggravante relativa al monitoraggio. “Difficile chiedere una pena per questo imputato con la faccia serena“, ha premesso il pubblico ministero che ha spiegato di avere chiesto la pena massima fissata dal legislatore.
“La richiesta massima per gli elementi di gravità contro di lui“, hanno detto i pm. Si chiude così l’ultima parte della requisitoria della procura di Genova iniziata a giugno.
L’ex top manager non ha assistito alla richiesta dal carcere di Opera dove è detenuto dopo la condanna definitiva a sei anni per la strage di Avellino.
“La richiesta di questa pena elevata è ovviamente per noi molto importante“, ha detto Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo Vittime di Ponte Morandi, commentando a caldo la richiesta dell’accusa nei confronti dell’ex ad di Aspi. “Sappiamo tutti, come ha anche ricordato il pm alla fine, che ci saranno delle agevolazioni legate all’eta’ dell’imputato – ha aggiunto – ma per noi è essenziale che ci sia una condanna, stante anche tutti gli elementi che tutti abbiamo conosciuto in questa fase processuale e che sono oggi stati riassunti. Per cui direi che per quanto si possa dire, c’e’ soddisfazione in questa prima richiesta”.
“La richiesta di pena per l’ingegnere Castellucci la trovo inaccettabile e mi inorridisce, è una pena spaventosa“, ha detto invece l’avvocato Guido Carlo Alleva, che con il collega Giovanni Accinni difende l’ex ad di Aspi. “Ho sentito oggi delle espressioni che trovo inaccettabili all’ interno del processo penale nelle valutazioni personali sulla personalità, in particolare del mio assistito, l’ingegnere Castellucci, in uno scenario che è comunque uno scenario, per quanto drammatico, di reati colposi, delle valutazioni che ineriscono alla personalità, alla vita privata e alla soggettività della persona, che sono valutazioni che non possono entrare nel processo penale, che vanno enormemente al di là di ciò che al giudice è richiesto giudicare”.