È attesa per oggi, 3 dicembre, la sentenza della Cassazione nel processo legato alla strage di Rigopiano: il 18 gennaio 2017, una valanga travolse l’hotel di Farindola (Pescara) e 29 persone persero la vita. I giudici devono decidere se confermare le 8 condanne e le 22 assoluzioni decise in Appello – e quindi chiudere definitivamente una vicenda che va avanti da quasi 8 anni – o riaprire il percorso giudiziario. Per alcune accuse grava anche lo spettro della prescrizione. La sentenza era attesa lo scorso 28 novembre, ma è slittata a oggi– hanno spiegato i giudici – alla luce della “complessità del processo” e del numero di posizioni da vagliare.
“A proposito del nesso causale tra la convocazione, diamolo per scontato, non corretta dell’Organismo (il Centro di coordinamento soccorsi, ndr) e l’evento tragico, non c’è nessun elemento che faccia propendere per questa ipotesi, perché l’indisponibilità della turbina non è stata mai comunicata dalla Provincia alla Prefettura di Pescara” ha dichiarato, al termine del suo intervento nell’aula magna della Corte di Cassazione a Roma, Giandomenico Caiazza, avvocato dell’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, per il quale il sostituto procuratore generale in Cassazione, Giuseppe Riccardi, ha chiesto un nuovo processo in appello per omicidio colposo.
Nello specifico il pg Riccardi, della sesta sezione penale, nella sua requisitoria ha sollecitato l’annullamento delle assoluzioni dei dirigenti della Regione Abruzzo e un nuovo processo per l’ex prefetto Provolo, condannato a 1 anno e 8 mesi per rifiuto di atti d’ufficio e falso e valutare anche le accuse di concorso in omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio, dove era stato assolto in appello.
L’accusa ha sollecitato anche gli annullamenti delle assoluzioni per sei persone, all’epoca dei fatti facenti parte dell’autorità regionale di protezione civile dell’Abruzzo. Chiesta dal Pg la conferma per tutte le condanne dei dirigenti della Provincia, tra cui quelle di Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, già condannati a tre anni e quattro mesi, quella a sei mesi per l’ex gestore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, del sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e del tecnico del comune, Enrico Colangeli, entrambi condannati in secondo grado a due anni e otto mesi.
Il processo si svolge davanti ai giudici della sesta sezione presieduta da Giorgio Fidelbo. Nel processo di appello, davanti ai giudici dell‘Aquila, erano state disposte 8 condanne e 22 assoluzioni. “Siamo soddisfatti delle richieste della Procura – ha commentato l’avvocato di parte civile, Wania Della Vigna – perché ripropone il nostro impianto accusatorio”.
All’esterno del Palazzaccio erano presenti alcuni parenti delle vittime. “Siamo oramai abituati a stare in attesa fuori dalle aule di tribunale” hanno spiegato. “Stare insieme ci conforta e ci da la forza di andare avanti, siamo una grande famiglia. Uniti da quella tragedia di quasi otto anni fa”.
L’hotel Rigopiano ricoperto di neve dopo la valanga del 26 gennaio 2017 (Ansa)
Valanga di Rigopiano (Ansa)