Quartieri Spagnoli – Pizzerie, Ristoranti, Ristoranti di pesce a Milano

di Valerio M. Visintin

Ambiente

Si mangia a voce alta in un unico spazio sghembo, diviso in due da qualche gradino. Ma tenuto assieme da una ininterrotta scenografia di murales che ritraggono i campioni della napoletanità, da Totò a Maradona, di frasi al neon che lanciano riflessi bluastri sui muri di mattoni vivi, di motti vernacolari, scritti a grandi lettere su cartelli sospesi da una parete all’altra, come i panni nei vicoli di Napoli. Camerieri infaticabili come maratoneti. Molto democratici i prezzi delle pizze (7,50 euro la margherita); civile, ma più milanese il resto del conto.

Cucina

Viaggia a cento all’ora nel reticolo della tradizione partenopea. Dal forno a legna, escono pizze di ottima fattura, con cornicione morbido, pummarola dolce e cottura attenta. Mentre ai fornelli lavorano con mestiere su un repertorio infittito di classici. L’ordinazione imprescindibile si chiama impropriamente O’Cuopp. Cinque grossi bocconi fritti da dividere in due (impropriamente, perché serviti al piatto e non nel cuoppo, che è un cartoccio a forma di cono). In ordine di qualità: la frittatina di pasta (la migliore di Milano, con polpettina inclusa), l’arancino, il crocché, i fiori di zucca farciti da ricotta di bufala, la montanarina (discreta malgrado la cottura acerba). Ma si ritrova una tessitura orgogliosamente verace anche nel cuore delle altre portate: l’energica e compatta pasta con patate e provola, le linguine alla Nerano (zucchine e provolone), la salsiccia con friarielli. Per buon peso, figura in campionario anche una selezione di crudi.

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