Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, risponde in Senato durante il Question time a una domanda del senatore Matteo Renzi (altri interroganti Borghi, Sbrollini e Scalfarotto) sulla nomina di Fabio Tagliaferri come nuovo presidente e amministratore delegato di Ales – Arte Lavoro e Servizi S.p.A., società in house del Ministero diretto da Giuli, che ha il compito di supportare le attività del dicastero nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale. Gli interroganti sostengono che “la nomina di Fabio Tagliaferri come presidente della società suscita diverse perplessità in quanto il suo curriculum risulta privo di qualsiasi requisito ed esperienza professionali in ambito culturale e amministrativo” e che “la principale esperienza professionale di Tagliaferri è stata quella di assessore comunale, a Frosinone, per Fratelli d’Italia”. Renzi, citando quindi il discorso programmatico di Giuli in Commissione Cultura alla Camera, sottolineando di averci visto citazioni di “Monicelli e del Conte Mascetti”, chiosa: “Che ci azzecca Hegel e la la rivoluzione dell’infosfera globale con un Ncc di Frosinone alla guida di un’azienda culturale?”.

 

Giuli: “Sulla nomina di Ales solo gossip, basta speculazioni”

“Ales, durante l’attuale presidenza, ha sempre seguito per il reclutamento del proprio personale procedure di valutazione comparativa, imparziali e trasparenti, senza avallare modalità non rispondenti ai requisiti del merito e della competenza – risponde Giuli – e in relazione alla procedura della nomina del dottor Tagliaferri sarebbe ora di porre fine alle speculazioni e illazioni a meno di non voler autorizzare il sospetto che l’insistito e allusivo rumore di fondo attorno a lui sia dovuto alla malriposta illusione che Tagliaferri venga distratto dal suo compito” dice ancora il ministro.

Giuli conclude: “Ho l’impressione che la polemica incentrata su Ales abbia più la natura di un noioso ‘pour-parler’, chiacchiera, gossip. Peccato che il predecessore, a cui va tutta la mia stima, abbia chiuso ItsArt per evitare che continuasse lo spreco di fondi pubblici che causava, altrimenti sarebbe stata una buona piattaforma per trasmettere un racconto poco avvincente” conclude il ministro della Cultura.

 

Scontro anche tra Renzi e il presidente La Russa

“Mi dispiace averla vista tremare” dice poi Renzi al termine dell’intervento del ministro, che oggi a Palazzo Madama risponde per la prima volta a un’interrogazione. Botta e risposta tra Renzi e il presidente dell’Assemblea, Ignazio La Russa, che lo interrompe: “Io non l’ho vista questa cosa. La pregherei di essere corretto”. Dura l’immediata replica dell’ex premier: “Lei è lì in alto. Presidente, faccia l’arbitro non il supporter. Si limiti a tifare Inter. Fratelli d’Italia la tifa in un’altra sede. Stia al suo posto”. La Russa allora controbatte dicendo: “Senatore, non trasformi il Question time in un’occasione di polemica”, invitando Renzi a proseguire il suo intervento.

 

La coda polemica di Renzi: “Siamo costretti ad andare in Procura”

“C’è un tema politico: su Ales non ci hanno risposto nemmeno oggi. A questo punto siamo costretti ad andare in Procura, sia penale che contabile. Ci devono dare i dati, dicendo chi è stato assunto e quanto è stato speso”, preannuncia il leader di Italia Viva ai cronisti presenti al Senato, dopo lo scontro in Aula col ministro della Cultura. “Abbiamo fatto la prima interrogazione ad agosto, siamo ad ottobre. Gli diamo una settimana, se non hanno niente da coprire ci diano i dati. Perché non rispondono? Se sei tranquillo, rispondi. Non si tratta di gossip: c’è un’azienda pubblica, una serie di appalti e dei lavoratori” rammenta l’ex premier.

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