Un carcere sovraffollato, con frequenti tentativi di far entrare droga, anche grazie all’uso dei droni, dove i rapporti tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria sono tesi, a volte tesissimi.
Questa la descrizione che fa della Casa circondariale di Trento a Spini di Gardolo Donato Capece, segretario del sindacato Sappe.
Nel carcere di Trento può capitare che entri droga, e c’è anche chi riesce a spacciare. Nonostante la costante vigilanza degli agenti, che devono controllare anche i cieli, alla ricerca di droni carichi di sostanze e diretti all’interno della cinta muraria. “Quando individuiamo un drone usciamo immediatamente per intercettare il carico di droga e sequestrarlo”, spiega Capece, che chiede però strumenti più sofisticati per il controllo dell’area attorno al carcere.
Nel carcere di Trento i detenuti sono 362, quasi il doppio rispetto alla capienza prevista, 44 le donne e 207 gli stranieri, 7 gli educatori, 200 invece gli agenti di polizia carceraria. Troppo pochi, secondo il sindacato Sappe. La richiesta al Governo è quella di nuove assunzioni.