«Rabbit Hole», la serie con Sutherland perfetta per lo streaming- Corriere.it

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di Aldo Grasso

La fiction spazia su fronti diversi, dalla spy all’action, senza disdegnare quello sguardo ironico e volutamente esagerato che ne fanno un prodotto a tratti «sopra le righe»

«I dati muovono tutto». Le potenzialità e i rischi di un mondo dominato dall’algoritmo e dalla misurazione di ogni aspetto della quotidianità e la loro sempre più diffusa manipolazione sono gli ingredienti di «Rabbit Hole», una spy story con Kiefer Sutherland disponibile su Paramount+. L’attore, che il genere aveva consacrato nella figura di Jack Bauer nel successo di «24» (storica e bellissima serie di inizio anni Duemila) torna qui a calcare il palco della serialità dando il volto a un personaggio oscuro, ambiguo e geniale, un esperto di spionaggio aziendale in grado di manipolare immagini, relazioni e situazioni ad ogni costo.

Ma chi è in realtà John Weir (questo il nome del protagonista)? Quali segreti nasconde? Da quale parte della linea tra bene e male dobbiamo collocarlo? Sono tutte domande che incatenano lo spettatore sin dalle prime battute e che non sempre riescono a emergere e fornire risposte con estrema chiarezza. Ben presto, infatti, Weir si trova al centro di una macchinazione complottista ordita contro di lui, quasi un contrappasso per la sua sottile e cinica capacità d’azione. Accumulando personaggi e livelli (i flashback sull’infanzia di Weir portano continui colpi di scena e novità alla narrazione), «Rabbit Hole» è una serie che spazia su fronti diversi, dalla spy all’action, senza disdegnare quello sguardo ironico e volutamente esagerato che ne fanno un prodotto a tratti «sopra le righe».

A tenere le fila è indubbiamente Sutherland, in linea con le ambizioni del racconto anche quando questo si fa contorto e complicato. «Rabbit Hole» è molte cose: un monito, una narrazione dai tratti cospirazionisti, ma anche un «divertissement» senza fronzoli data l’estrema eccentricità di alcune situazioni; è un prodotto perfetto per lo streaming, sia per una visione continuativa che per una più cadenzata, che lasci depositare le informazioni e alimenti l’atmosfera dell’attesa. Gli artefici della serie sono John Requa e Glenn Ficarra, le firme di «This is Us», che mostrano così di saper spaziare su più generi e più universi narrativi.

21 giugno 2023 (modifica il 21 giugno 2023 | 22:23)

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