Tra le campagne della Piana di Gioia Tauro, in un luogo apparentemente tranquillo e abbandonato, c’era una centrale chimica da fare invidia a quelle dei narcos nella giungla messicana. Qui i carabinieri di Rizziconi, insieme con i cacciatori di Calabria hanno trovato composti per innescare le reazioni, forni ad alta temperatura, tute protettive e mascherine. Insomma tutto quello che serve per lavorare e raffinare la cocaina grezza.
L’esito era poi confezionato in panetti tutti uguali e con una sigla precisa, alla maniera della grande distribuzione della droga. Sul mercato internazionale, secondo i militari che hanno perquisito il casolare.
E quindi da fuori la casetta in cemento funzionava benissimo. Al punto che di cocaina, già pronta per la vendita i militari ne hanno trovati 100 chili. Un quantitativo enorme, che diviso in dosi anche fino a 4 volte potefa fruttare la cifra monstre di tre milioni di euro.
Oltre al sequestro del materiale, i militari hanno indagato due uomini, padre e figlio, proprietari dell’area.
Nel servizio:
- Nicola De Maio, comandante della Compagnia carabinieri di Rizziconi