Fu ribattezzata la strage di Natale l’attentato che il 23 dicembre 1984 costò la vita a a 16 persone e ne ferì 266. Il treno Rapido 904 partito dalla stazione di Napoli e diretto a Milano, mentre percorreva la galleria degli Appennini fu squarciato da una bomba radiocomandata collocata su una griglia portabagagli.
La strage doveva servire ai vertici di Cosa Nostra per allentare la morsa a cui erano sottoposti dopo le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia che avevano portato a centinaia di provvedimenti restrittivi. I processi che si sono succeduti dal 1985 ad oggi hanno confermato la matrice terroristico mafiosa della strage rivelando l’intreccio tra organizzazioni criminali, estrema destra, massoneria e servizi deviati con i consueti depistaggi. Ma mancano ancora numerosi tasselli per completare il mosaico.
La Procura di Firenze ha riaperto le indagini per far luce su eventuali nuovi responsabili. Sono stati acquisiti documenti declassificati dai Servizi Segreti e altri materiali giudiziari, con l’obiettivo di individuare ulteriori mandanti ed esecutori.
A quarant’anni di distanza, anche la strage del Rapido 904 resta una ferita aperta nella storia del nostro Paese.
 

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