Il Remigration Summit, il contestato raduno dell’ultradestra sul tema dell’immigrazione, è stato anticipato alle 9 al Teatro Comunale di Gallarate, in  provincia di Varese. La convocazione – per coloro che avevano acquistato il biglietto – è arrivata via e-mail alle 6 con l’indicazione del luogo e dell’orario, anticipato alle 9 rispetto alle 14.30 come era originariamente previsto.

“È stato deciso di fare questa manifestazione a Gallarate. Le misure per garantire l’ordine pubblico prese da Questura e Prefettura sono imponenti e adeguate. Mi auguro che vada tutto bene perché è giusto che tutti possano manifestare le proprie idee” ha commentato il sindaco di Gallarate Andrea Cassani.

Una manifestazione che fino a poche prima era avvolta da mistero, almeno sul luogo. Anche il primo cittadino aveva lasciato aperte più ipotesi per la location, rimandando la decisione alla Prefettura. Politicamente, invece, l’incontro ha sollevato polemiche. Il Partito Democratico aveva definito come un “dovere” vietare un incontro “di razzisti che inneggiano all’odio e all’intolleranza” mentre il leader della Lega Matteo Salvini aveva replicato: “Non siamo mica in Unione Sovietica”.

L’evento – sold out da giorni, secondo gli organizzatori – registrerebbe partecipanti provenienti da tutta Europa: biglietti da 49 euro, versione base, fino a 250 euro per le “postazioni” premium. Tra i protagonisti sul palco ci sarebbe dovuto essere anche Rasmus Paludan, il politico di estrema destra danese, noto per aver bruciato il Corano in pubblico, che atterrato a Malpensa è stato espulso per motivi di ordine pubblico.

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