“Cara Giorgia, noi non siamo tuoi sudditi, non ci metti a cuccia”. Matteo Renzi, senatore, fondatore e leader di Italia Viva, che festeggia i suoi 50 anni a Firenze rilanciando la sfida alla premier Giorgia Meloni: “La fase zen in cui mangiamo fango e sputiamo miele è finita. Il centro che guarda a sinistra tra due anni saràdecisivo per battere Meloni. In molti sono preoccupati di noi perché sanno che il nostro 2-3% tra due anni sarà decisivo”, promette Renzi sul palco del teatro Cartiere Carrara, luogo che nella mitologia renziana è il teatro della festa per la vittoria alle primarie Pd del 2013, preludio all’ascesa a Palazzo Chigi poche settimane dopo.

Ad accogliere il festeggiato centinaia di sostenitori (duemila per gli organizzatori), con il sottofondo musicale di ‘Forever young’ degli Alphaville. Renzi è arrivato con un po’ di ritardo, dovuto, come spiegato da Renzi su X, ai problemi di giornata del traffico ferroviario in tilt. “Si vede che Salvini è rientrato a tempo pieno al ministero”, “Salvini è incapace o porta sfiga? Oggi è arrivata la risposta: tutti e due. Lancio un appello a Meloni: dategli qualunque ministero ma toglietelo da lì”, ironizza Renzi che ha annunciato anche l’uscita del suo libro su Giorgia Meloni: ‘L’influencer’ e la prossima edizione della Leopolda dal 3 al 5 ottobre in parallelo alle Regionali in Toscana.

L’obiettivo principale del senatore di IV è pur sempre la Presidente del Consiglio: “vedendo i media di oggi la Meloni del 2025 mi sembra Conte del 2020. Penso che è arrivato il momento di mettere la faccia a servizio di una battaglia di civiltà, dicendo cose che non dice l’opposizione e le cose che non dicono i media: Meloni e’ molto diversa da come sembra e da quello che serve al paese”.

Non parla dei potenziali alleati del ‘campo largo’, Renzi, e nemmeno dei protagonisti potenziali dell’area centrista, perché “non abbiamo bisogno di nomi, ma di capire cosa vogliamo fare sui temi”, bensì rivendica le battaglie del suo governo: dal gasdotto Tap, che ha “salvato il paese”, agli investimenti nella cultura, con un omaggio a Blair sul tema dell’immigrazione: “L’accoglienza è rispettare le regole”, dice, invece “il governo Meloni ha messo 800 milioni per fare un canile in Albania”.

Al termine, pranzo per tutti: “Colgo l’occasione per svelare il nostro finanziatore segreto dell’evento di oggi: grazie Travaglio. Oggi il direttore del ‘Fatto Quotidiano’ ci ha sfamato con una delle cause che abbiamo vinto”, incalza Renzi dopo aver rievocato tutti i passaggi e la recente assoluzione nel caso della fondazione Open.

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