Proseguono a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, gli scontri tra i ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda, e l’esercito regolare del governo di Kinshasa, dove sono state attaccate alcune ambasciate straniere. Al termine di un’avanzata durata settimane, durante la quale è stato ucciso, giovedì scorso, il governatore del Kivu Nord, il generale Peter Cirimwami, gli insorti sono riusciti a irrompere domenica sera nel capoluogo della provincia nordorientale, con il supporto di circa tre/quattromila soldati ruandesi. Intanto, una fonte della sicurezza ha confermato che i ribelli controllano l’aeroporto della città. La parte orientale della Repubblica Democratica del Congo è un territorio ricco di minerali e il Ruanda viene accusato di volerne conquistare una parte. Nonostante gli appelli della comunità internazionale affinché l’M23 fermi la sua avanzata, l’Afp comunica che la città resta sotto assedio e si continua a sparare.

La posizione di Goma tra Congo e Ruanda (googlestreet)

Gli attacchi alle ambasciate, nessun problema per quella italiana

A Kinshasa folle inferocite hanno assaltato le ambasciate di Ruanda, Kenya, Uganda, Sudafrica, Francia, Belgio e Stati Uniti, cercando di incendiarle e saccheggiarle. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha definito “inaccettabile” l’attacco alla rappresentanza diplomatica francese, dove è stato estinto un principio di incendio. Anche il Kenya ha condannato l’attacco alla sua ambasciata.

Nessun problema, invece, per l’Ambasciata italiana, anch’essa situata nel distretto settentrionale di Gombe, che non è stata coinvolta dai disordini, rende noto la Farnesina. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato con il nostro ambasciatore a Kinshasa e “ha attivato l’ambasciata a Kampala, responsabile per il Ruanda, nel caso si rendano necessari interventi di assistenza oltre confine”, viene spiegato. A Goma sono presenti 15 italiani, fa sapere ancora la Farnesina, alcuni dei quali sono già stati trasportati nella nazione confinante.

Spari per le vie di Goma, fuga delle truppe regolari in abiti civili

Per le vie di Goma, riferiscono i cronisti di France Presse, si possono ancora udire spari, sebbene l’intensità dei combattimenti sembri essere diminuita. Alcuni abitanti della città, la cui popolazione è raddoppiata fino a sfiorare i due milioni a causa del costante afflusso di profughi, si sono avventurati fino alla riva del lago Kivu, al confine con il Ruanda.

Decine di combattenti dell’M23 sono stati visti marciare lungo le strade principali di Goma, indossando giubbotti antiproiettile e portando armi che sembravano sottratte ai militari congolesi. Diversi residenti hanno dichiarato di essere stati derubati dai soldati o da miliziani. “Ci hanno rubato tutto, i nostri telefoni, persino le nostre scarpe. Li abbiamo visti togliersi i vestiti e gettare via le armi” ha raccontato a France Presse Jospin Nyolemwaka, fuggito dal suo quartiere. La testimonianza sembra appoggiare le voci non confermate secondo le quali molte truppe regolari si starebbero spogliando delle uniformi per sostituirle con abiti civili e darsi alla fuga. “Stiamo iniziando ad andarcene da qui, ma ieri ci sono stati dei saccheggi. Abbiamo visto dei cadaveri sulla strada” ha spiegato un residente della zona del mercato di Kituku.

Non è chiaro quali aree di Goma siano sotto il controllo effettivo dei ribelli, che già domenica avevano rivendicato la conquista della città. Almeno 17 persone sono state uccise e 367 ferite durante due giorni di combattimenti, secondo quanto riportato dagli ospedali, ormai sopraffatti. I caschi blu sudafricani presenti nell’area hanno riferito di quattro caduti tra le propria fila.

 

Allarme dell’Onu per la carenza di cibo e della Croce Rossa per l’emergenza sanitaria

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che l’assistenza alimentare a Goma e nei dintorni è stata “sospesa” e hanno espresso preoccupazione per la carenza di cibo. “Le prossime 24 ore saranno critiche, poiché le scorte inizieranno a scarseggiare e le persone dovranno vedere cosa possono trovare per sopravvivere” ha detto Shelley Thakral, portavoce del Programma alimentare mondiale per la Repubblica Democratica del Congo.

La Croce Rossa ha invece lanciato l’allarme sulla possibilità che, a causa degli scontri, possano diffondersi gli agenti patogeni, tra cui il virus dell’Ebola, conservati nei laboratori dell’istituto biochimico di Goma. Nelle strade di Kinshasa, intanto, è esplosa la rabbia popolare contro le nazioni accusate di sostenere l’M23.

 

Domani vertice tra governo congolese con Kenya e Ruanda

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha comunicato oggi con il suo omologo in Ruanda, Paul Kagame, per discutere dell’escalation di violenza, anche in seguito alla morte di 13 soldati sudafricani uccisi nei recenti combattimenti. L’esercito sudafricano ha rilasciato oggi un comunicato, annunciando la morte di altri quattro soldati, che si aggiungono ai nove morti nei giorni scorsi durante gli scontri con il gruppo armato M23, sostenuto dal Ruanda. Le truppe sudafricane sono dispiegate nell’ambito delle missioni di pace del Sadc (Southern African Development Community) e delle Nazioni Unite. “I due capi di Stato hanno concordato sull’urgente necessità di un cessate il fuoco e della ripresa dei colloqui di pace da parte di tutte le parti in conflitto” si legge in un post sui social media. Il governo keniota ha annunciato che Kagame e il presidente congolese Felix Tshisekedi parteciperanno a un vertice di crisi sul conflitto domani.

Condividere.
Exit mobile version