“Ricordo che chi fa le ristrutturazioni edilizie è tenuto ad aggiornare i dati catastali”, ha detto Giorgetti, dopo quel “sacrifici per tutti” della scorsa settimana che ha spaventato Borse e maggioranza.
Il titolare del ministero dell’Economia mette nel mirino l’aumento obbligatorio delle rendite catastali per chi ha usufruito del 110% per migliorare la propria abitazione. In realtà, nessuna novità: perché chi ha beneficiato del Bonus avrebbe già dovuto dovuto aggiornare i dati castali, appunto, finendo per pagare più tasse sulla casa.
Si tratta, dunque, di una “operazione verità” del Tesoro sulle “case fantasma” e sulle ristrutturazioni con il 110% che però deve ancora prendere corpo – e quantificarne gli effetti, quindi, non sarà cosa semplice. Tuttavia, nell’ipotesi di un innalzamento di classe catastale, il rischio potrebbe essere anche di rincari a due cifre dei valori sui quali si calcolano le imposte. L’Imu nei casi in cui è dovuta – ovvero sulle seconde case e sulle prime esclusivamente di lusso – cresce in modo proporzionale alla rendita catastale.
Secondo simulazioni effettuate su www.gazzettaufficiale.it/catasto/caricaricerca, la rendita schizza fino a oltre il 30% nell’ipotesi di case di categoria popolare in zone semicentrali di Roma e Milano che passino di due classi catastali a seguito dei lavori. Diverrebbero più salate anche le imposte di registro e l’iva sulle compravendite.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti «Festival di Open – Le sfide del futuro» (Rai)
L’azione del governo mira ad applicare due misure già esistenti, ma finora poco attuate. La prima è il censimento delle cosiddette “case fantasma“, finora sconosciute al fisco, grazie anche a foto aeree.
Per farlo il piano integrato di attività e organizzazione dell’Agenzia delle entrate 2024-2026 già prevede di portare dal 45% al 70% la “percentuale di territorio nazionale oggetto di indagine su base cartografica”, cui non sfuggono gli immobili abusivi. La seconda misura è l’obbligo di presentare l’aggiornamento del catasto dei fabbricati (con il cosiddetto modello Docfa) entro 30 giorni dalla fine di lavori – beneficiari o meno di bonus – che varino lo stato dell’immobile. Questo adempimento è previsto già dal 1994 e la manovra dello scorso anno lo ha esplicitato per il superbonus, incaricando l’agenzia delle entrate di fare controlli incrociati sulle banche dati. “Andremo a verificare”, ha promesso martedì il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, e se qualcuno non è in regola “ci saranno benefici a favore dei comuni”, che incasseranno più Imu.
tappo video Cappuccio su Superbonus, (rainews)
I dati interessati sono quelli sugli attestati di prestazione energetica e sul 110% che sono gestiti dall’Enea. L’ultimo rapporto, aggiornato a fine agosto, indica che gli edifici ristrutturati con il superbonus sono stati 496.315 e di questi 133.902 erano condomini, con due o più case. I contribuenti che potrebbero essere oggetto di verifiche ed eventuali sanzioni sono però più numerosi se si dovessero considerare anche le altre migliorie ottenute negli anni ricorrendo ai bonus pubblici. “Almeno 15 milioni di persone” saranno tassate, tra i 19 milioni che hanno usufruito dei bonus edilizi dal 1998, è l’allarme di alleanza verdi-sinistra. Si tratta di cifre impossibili da verificare al momento.
Di certo gli italiani sono un popolo di possessori di case e i contribuenti tenuti al pagamento dell’Imu sono circa 25 milioni.
Cantiere edile superbonus 110% (IPA)
Tornando alle simulazioni ottenute con il motore della Gazzetta ufficiale, a Roma un’abitazione popolare di categoria a4 della classe più bassa di circa 80 metri quadri in zona 2 ha una rendita catastale di 759,18 euro, che aumenterebbe del 16% fino a 883,14 euro con il passaggio di una classe e del 36% con passaggio di due classi fino a 1038,06 euro. A Milano la rendita catastale di un’abitazione a4 di livello intermedio (pari 604,20 euro) aumenterebbe del 18% con il passaggio di una classe (fino a 712,68 euro) e del 38% con il salto di due classi (836,64). Un balzo ancora maggiore risulta nell’ipotesi di una città di minori dimensioni, come Caserta, dove per un’abitazione popolare in centro, il passaggio dalla classe più bassa a quella superiore fa aumentare la rendita del 20%, da 309,84 euro a 371,82. E per uno scatto due classi l’incremento raggiunge il 40%, fino a una rendita di 433,8 euro.
Superbonus (Rainews)
Cos’è la rendita catastale?
La rendita catastale, in sostanza, è il valore fiscale che viene attribuito al fabbricato e rappresenta la base su cui calcolare il valore del fabbricato ai fini tributari, come l’Imu, le imposte sulle successioni, le imposte di registro nella compravendita da privati, e anche per la determinazione del valore erariale, come la sua redditività.
Come si calcola? Sulla base delle dimensioni della casa e la tariffa d’estimo unitaria, un valore numerico elaborato dall’Agenzia delle Entrate del Territorio, che varia in base alla zona in cui è situato l’immobile e alla sua destinazione d’uso. Le abitazioni per esempio sono in categoria A con 11 classi diverse. Quando aggiornarla? La regola vuole che quando aumenta il valore dell’immobile, a seguito di lavori migliorativi (per esempio installando nuovi impianti tecnologici come pannelli fotovoltaici, usando materiali migliori nella ristrutturazione, se si cambia la pianta della casa modificando il numero di stanze, aggiungendo un bagno, un armadio a muro, una veranda, un soppalco), si aggiorni la rendita catastale. L’aggiornamento spetta al proprietario, che deve comunicarlo entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori attraverso un tecnico abilitato.
Chi controlla? La legge di Bilancio per il 2024 prevede che l’agenzia delle Entrate verifichi se sia stata presentata la revisione della rendita catastale dopo l’effettuazione di lavori utilizzando il Superbonus. Ma di fatto i controlli tra chi ha ristrutturato con i bonus e chi no non ci sono. Nei casi in cui l’Agenzia delle entrate verifichi la mancata presentazione della variazione, può inviare al contribuente una lettera invitando a mettersi in regola. Se questo non avviene scatta la sanzione, da 1.032 a 8.264 euro.